FARMACI: SPERIMENTARE
N COLLABORAZIONE CON OSSERVATORIO ASIA
di Elena Forchielli*
Boulder, CO, USA, 9 ott.- Di recente mi è stato chiesto se l'industria farmaceutica esportata in Cina fosse ormai obsoleta. Al contrario, credo che il sistema occidentale – nonostante sia afflitto da molti problemi e non funzioni del tutto in modo adeguato – non solo sia ancora appropriato, ma ritengo che coinvolgere la Cina nella catena di valore dell'industria farmaceutica risolverebbe due dei suoi principali problemi. Ciascun dibattito sul ruolo della Cina nel quadro di ricerca e sviluppo farmaceutico a livello globale risulterebbe però incompleto senza prima analizzare la differenza tra ricerca e sviluppo. La ricerca abbraccia le scoperte allo stato iniziale e include l'individuazione del target, la convalidazione e la scoperta di piccole molecole attraverso una serie di fasi. Lo sviluppo, invece, descrive la commercializzazione sul mercato di un determinato composto selezionato in base a test clinici precedenti. Questa distinzione è importante dal momento che costituisce una separazione considerevole nei punti di forza delle multinazionali occidentali e delle risorse cinesi locali. Nonostante i recenti progressi, la Cina resta ancora indietro rispetto all'occidente in termini di qualità della ricerca scientifica di base e in termini di innovazione. Ad ogni modo, la Cina ha dimostrato di essere esperta e di possedere un potenziale superiore negli stadi successivi di sviluppo del farmaco. Sfruttare i punti di forza e le debolezze sarà essenziale in futuro per stabilire modelli di successo nella scoperta dei farmaci.
SVILUPPO NUOVI FARMACI
Esistono due dimensioni principali in base alle quali la Cina trarrebbe giovamento nel quadro di ricerca e sviluppo farmaceutico. La prima è trasferire alcuni elementi o l'intero processo di sviluppo di nuovi farmaci in Cina. I test clinici forniscono il più grande potenziale per una piattaforma di collaborazione tra la Cina e le società multinazionali. Le società multinazionali possiedono le risorse per l'innovazione, ma al momento attuale non hanno i capitali per poter proseguire nello sviluppo della pianificazione molecolare. La Cina, d'altra parte ha il problema opposto: i test clinici rappresentano il più grande ostacolo e peso finanziario all'approvazione del farmaco. Come già riportato in un articolo precedente, dal 40 al 60% del budget totale per lo sviluppo del farmaco è destinato ai test clinici. Condurre i test pre-clinici sugli animali e le sperimentazioni sull'uomo in Cina costituisce un grande valore per le società multinazionali; per alcuni in questo modo è possibile ridurre i costi del 67%, mentre altri ritengono che i test in Cina costino il 20% in più rispetto agli Stati Uniti o al Giappone. La Cina possiede ricche risorse per i test clinici di primo ed ultimo stadio, incluso vasti laboratori per la sperimentazione sugli animali, consentendo di aggirare gli ostacoli normativi che non permettono di condurre test sugli animali negli Stati Uniti. Ma la Cina è anche ricca di risorse umane, dove sono disponibili un numero enorme di cliniche specializzate e di ricercatori professionisti, spesso ad un costo inferiore rispetto a Stati Uniti e Europa. Non è una novità che la Cina vanti un gruppo di pazienti che non temono i rischi e che rendono più veloce ed economica la ricerca di persone che si sottopongono alla sperimentazione. I pazienti cinesi possono godere dell'accesso a cure sanitarie gratuite e di alta qualità, e mostrano una maggiore tasso di retenzione e una maggiore adesione ai protocolli di studio, il che contribuisce ad aumentare la qualità dei dati di studio in grado di fornire un quadro globale dei risultati dei trattamenti con poche variabili mancanti. Soprattutto, secondo le leggi vigenti, i test condotti per la prima volta sugli esseri umani sono proibiti in Cina se condotti per lo sviluppo di molecole sviluppate all'estero, rendendo necessario il ricorso a studi di stadio avanzato sugli animali o persino nelle fasi precedenti di ricerca e sviluppo. Tuttavia, considerato il contesto normativo sia in Cina che negli Stati Uniti, condurre test clinici internazionali e multicentrici in Cina è sempre più vantaggioso e sta diventando necessario per accedere ad un mercato che sarebbe ridicolo ignorare.
Le normative negli Stati Uniti e in Europa hanno fatto sì che le multinazionali cercassero delle alternative alle sperimentazioni nazionali. Il tempo impiegato per lo sviluppo dei farmaci in occidente è aumentato da una media di 9.7 anni nel 1990 a 13.9 anni per i farmaci distribuiti dopo il 2000. Uno dei fattori principali che ha contribuito al fenomeno è stata la necessità di test clinici più ampi e più completi, che sono stati resi pressoché impossibili a causa della situazione attuale in Europa e negli Stati Uniti. Le riforme complementari in Cina hanno aumentato il suo appeal quale meta per i test clinici, grazie, in parte, al fatto che paesi con una maggiore esperienza tra quelli sviluppati non sono in grado di ospitare la crescente domanda. Malgrado procedimenti sperimentali storicamente lenti e pieni di problemi, le recenti riforme in Cina hanno ridotto enormemente il tempo necessario per le sperimentazioni su larga scala, diminuendo notevolmente i costi. Il Centro cinese per la Valutazione dei Farmaci (CDE) ha tra le priorità il miglioramento degli standard di qualità degli esperimenti e l'ottimizzazione dei procedimenti per l'approvazione, riuscendo a diminuire il tempo di valutazione e ad aumentare il numero di autorizzazioni annue. Una tendenza che si stima possa continuare in questa direzione. Grazie all'impegno del governo, sono stati notevoli i miglioramenti in termini di trasparenza nelle procedure. Uno degli aspetti che affligge l'industria farmaceutica statunitense è la mancanza di chiarezza, la burocrazia e gli antiquati sistemi informatici utilizzati presso la Food and Drug Administraton (FDA). La Cina ha fatto enormi passi avanti in questo campo con le proprie riforme normative e il suo impegno verso un continuo miglioramento delle procedure negli anni a venire. Molti enti normativi internazionali (come l'FDA o l'EMA – l'Agenzia Europea per i Medicinali) hanno riconosciuto la validità dei testi clinici internazionali (posto che aderiscano alla buona prassi clinica), insieme alla propria applicabilità dopo le approvazioni nazionali dei farmaci. Dal momento che la globalizzazione definisce il contesto di valutazione dei farmaci, la delocalizzazione strategica e l'affidamento a terzi della catena di ricerca e sviluppo è sempre più necessaria affinché essa continui ad essere competitiva.
COLMARE IL DIVARIO
La seconda dimensione attraverso la quale la Cina può porre rimedio ad un motivo di stasi nell'industria farmaceutica è il divario di competenze tra la ricerca scientifica di base e i progetti commerciali. C'è una carenza di informazione, di strumenti e di procedure per poter di fatto superare il divario tra le scoperte biologiche e l'inizio del processo di sviluppo del farmaco. Sembra essere una sorte di responsabilità orfana, considerata troppo applicata per i ricercatori accademici e un investimento scarso per l'industria farmaceutica perché può essere considerata, almeno in parte, un bene pubblico.
Tuttavia, dal momento che i budget si restringono sempre più, sono necessari metodi per prevedere al meglio il successo delle molecole selezionate nei test clinici. Quando si scopre che elementi promettenti in laboratorio sono inefficaci o tossici sugli esseri umani, si può incorrere in perdite enormi. Una soluzione a questo ostacolo è lo sviluppo di tecnologie mirate in modo specifico alla valutazione della compatibilità dei trattamenti selezionati al contesto clinico, come ad esempio migliori indicatori di tossicità e efficacia in modo da risparmiare tempo e denaro. Un altro esempio: confermare la "trattabilità farmacologica" delle proteine umane come obiettivo primario alla scoperta delle piccole molecole. Gli studi per l'ottenimento dei farmaci e le limitazioni sui prezzi in Cina hanno inasprito la competizione tra le aziende farmaceutiche che operano a livello nazionale. Queste condizioni economiche porteranno probabilmente al consolidamento del settore dal momento che l'erosione dei prezzi butterà completamente qualcuno fuori dal mercato. Idealmente, altri si rinnoveranno o appariranno ex novo per riempire spazi vuoti nella catena del valore. Dunque, la Cina attualmente e in maniera del tutto singolare sta per far fronte a questi bisogni insoluti. Ci saranno, ad esempio, enormi opportunità di mercato per le aziende che forniscono servizi altamente specializzati o che si concentrano unicamente sulle vie biologiche. L'outsourcing strategico dei singoli elementi del processo di sviluppo sta diventando popolare nell'industria farmaceutica, facendo sì che sempre nuovi attori si impongano sul mercato entrando nella catena di ricerca e sviluppo tramite specializzazione. La Cina fornirà un mercato di nicchia per le aziende capaci e all'avanguardia per aggiungere valore tramite un obiettivo specifico, ridurre i costi e i rischi per le aziende con un budget limitato per la ricerca e sviluppo.
VANTAGGI DI UN PARTENARIATO STRATEGICO
Molte multinazionali hanno creato un precedente fornendo alla Cina tecnologie allo stadio iniziale per trarre vantaggio dalle loro positive capacità di sviluppo. La Bristol-Myers Squibb ha creato un partenariato strategico con una serie di aziende di biotecnologia cinesi, in particolare la Simcere, per promuovere i propri centri di ricerca e sviluppo nel paese. La Merck collabora invece con l'Istituto Beijing Genome (BGI) nel tentativo di coniugare il proprio know how sullo sviluppo di farmaci con le capacità di sequenziamento e nel settore della bioinformatica della BGI. La Pfizer ha invece stretto alleanza con la Micu Rx Pharmaceutical e la Cumencor Pharmaceuticals per affrontare un argomento di primaria importanza: lo sviluppo di antibiotici in particolare per la tubercolosi multi-resistente. Appoggiato dal governo e dalle condizioni economiche favorevole, la collaborazione con le aziende nazionali ha permesso alle multinazionali di ampliare la propria catena di valore della ricerca e sviluppo e di inoltrarsi in aree di ricerca precedentemente ignorate. Questo modello di esportazione della ricerca e sviluppo è anche il più tutelato dal furto di proprietà intellettuale e forse è il più prudente considerando la reputazione che vanta la Cina in quanto ad attuazione delle normative sul diritto di proprietà intellettuale. Mantenere i segreti industriale e le informazioni essenziali all'attività biologica di un elemento nel paese può ridurre il rischio di furto o spionaggio e sicuramente tutela un'azienda dalle perdite dovute agli attriti tra gli impiegati. Sono innegabili miglioramenti sul controllo qualità, ma d'altra parte sono numerosi e non infondati i dubbi e le preoccupazioni dell'opinione pubblica riguardo la sicurezza dei farmaci, soprattutto sulla contaminazione e il dosaggio giusto. Fino a quando la Cina non si dimostrerà superiore o al pari sugli standard di produzione, esportare solo una parte della fase di sviluppo sembra essere l'approccio più prudente.
I potenziali vantaggi di creare partenariati strategici con le aziende farmaceutiche cinesi non possono essere però ingigantiti: il clima amministrativo favorisce l'ottenimento dei documenti per le nuove entità molecolari e l'approvazione alla commercializzazione per nuovi rimedi. L'amministrazione cinese ha preso un impegno senza precedenti con l'industria biomedica, promettendo miliardi di renminbi per l'innovazione. Le multinazionali straniere non potranno avere accesso ai fondi statali direttamente, ma potranno lavorare con aziende finanziate con capitali per aumentare la qualità e il campo di applicazione dei loro programmi di ricerca e sviluppo. La partecipazione del governo sarà chiave per risolvere il dilemma sociale sottolineando il divario di informazione che separa le scoperte scientifiche dalla commercializzazione. Abbastanza semplicemente, i fondi e gli incentivi saranno a disposizione per la ricerca di prodotti semi-pubblici, aumentati dal sostegno del governo alla collaborazione tra università e industrie. Gli istituti pubblici in aumento e le varie espressioni del curriculum nazionale di ricerca continueranno a sostenere a compensare gli sforzi del settore conducendo sempre più esperimenti pubblici e contro corrente che non sono stati sufficientemente esplorati dal settore farmaceutico. Non esiste negli Stati Uniti un esempio analogo di simili progetti. I centri locali di produzione e ricerca e sviluppo permetteranno alle multinazionali anche di crearsi la fama di innovatori in Cina, aiutandoli a guadagnarsi il sostegno degli opinion leader che influenzano la percezione dei consumatori riguardo i prodotti e le loro preferenze di acquisto, incluso i dottori e i funzionari del governo. Portare almeno parte delle operazioni in Cina permetterà alle multinazionali di adattare in modo specifico le offerte ad uno dei mercati più grandi al mondo, con esigenze diverse e perfino eziologie delle malattie uniche. Le operazioni nazionali su larga scala mostrano una strada diretta per accedere ad una grande varietà di pazienti e aumentare il potenziale di vendita prima dell'approvazione dei farmaci.
*Elena Forchielli è Research Fellow di Osservatorio Asia
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