di Eugenio Buzzetti
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Un nuovo progetto spaziale unisce Cina e Italia. L'accordo firmato il 25 settembre scorso tra l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la China National Space Administration porterà a bordo del satellite cinese CSES (China Seismo-Electromagnetic Satellite) una strumentazione di bordo interamente italiana per lo studio delle attività sismiche dallo spazio. AgiChina24 ne ha parlato con il presidente dell'ASI, Enrico Saggese.
Pechino, 2 ott. - Il nome del payload -questo il termine tecnico dell'attrezzatura che l'Italia fornirà alla Cina- richiamerà la presenza italiana e la volontà di collaborazione tra i due Paesi: Limadou, come il nome cinese del celebre missionario ed esploratore gesuita Matteo Ricci, che nel Celeste Impero ha trascorso più di venti anni tra la fine del sedicesimo e l'inizio del Diciassettesimo Secolo, e che è sepolto a Pechino.
La spiegazione scientifica della nuova strumentazione è un trionfo di termini tecnici: il payload servirà a misurare gli elettroni che precipitano nell'atmosfera dalle fasce di Van Allen a seguito dei disturbi elettromagnetici. In pratica, lo strumento -frutto di dieci anni di ricerche compiute dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sotto la direzione di Roberto Battiston, docente di Fisica Nucleare presso l'Università di Trento- potrà controllare dallo spazio l'andamento dei terremoti. La nuova tecnologia segna anche un passo avanti nella collaborazione per la previsione e la gestione dei terremoti, iniziata nel 2004 proprio tra l'INFN italiano e la China Earthquake Administration. La firma del contratto è avvenuta a Pechino durante la sessantaquattresima edizione del Congresso Astronautico Internazionale, alla presenza dell'ambasciatore d'Italia presso la Repubblica Popolare Cinese, Alberto Bradanini, del presidente dell'ASI, Enrico Saggese, e del presidente della China National Space Administration, Ma Xingrui.
"L'accordo di oggi si muove in un terreno di ricerca fortemente innovativo -ha spiegato ai microfoni di Agi China 24 il presidente dell'ASI, Enrico Saggese- dove i risultati non sono scontati, ma le strade che stiamo aprendo possono dare importanti elementi di conoscenza. L'unione delle capacità scientifiche delle agenzie italiana e cinese può portare a più di un risultato positivo". La versione integrale dell'intervista verrà pubblicata sul prossimo numero del mensile "Orizzonte Cina".
In maniera indiretta, la collaborazione italo-cinese nello spazio potrebbe avvalersi anche di un elemento in più, spiega Saggese: una legge degli Stati Uniti del 2011, che non permette più la collaborazione tra Washington e Pechino in diversi settori strategici, compreso quello spaziale. "Si sono creati spazi -spiega Saggese- in cui altri Paesi, come l'Italia, possono inserirsi e trovare una corrispondenza sia industriale che di ricerca e nel futuro, e magari anche nell'esplorazione umana".
L'interazione tra Cina e Italia è però già un dato di fatto, e raccoglie già adesso l'apprezzamento cinese. "Siamo legati a loro dal fatto che usano una stazione spaziale italiana, quella di Malindi, per il ritorno sulla terra. Abbiamo partecipato alle attività della Shenzhou X (in missione a giugno scorso per portare tre astronauti cinesi alla stazione orbitale Tiangong-1, n.d.r.) e abbiamo ricevuto i loro ringraziamenti da parte del centro che si occupa dei collegamenti".
Saggese si sofferma poi sulle possibilità di un futuro nella collaborazione con Pechino nel settore spaziale. "Il concetto è quello di convincerli che hanno bisogno di collaborazione e con CSES gli strumenti italiani saranno assolutamente integrati e usati congiuntamente con i loro. Non si tratta di una cessione di uno strumento -precisa il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana- ma di una partnership".
L'accordo tra ASI e CNSA rappresenta un importante traguardo anche per l'industria italiana. "Ci saranno due strumenti su sei che saranno italiani: il concetto è che loro ci daranno i dati di tutti gli strumenti per fare un'analisi scientifica. Loro -conclude Saggese- hanno questo grosso volume di voli scientifici e noi abbiamo la capacità di fare strumenti assolutamente qualificati".
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