di Emma Lupano
ha collaborato Giulia Giannasi
Pechino, 03 lug. - Diciotto anni al preside di una scuola elementaredell’Anhui. Pena di morte a un ex funzionario di partito. E poil’arresto di un dirigente scolastico e di un funzionario pubblicodell’isola di Hainan e di un altro preside, di nuovo nella provinciadell’Anhui. Per arrivare infine alle recenti accuse mosse a uninsegnante americano in un liceo francese di Shanghai, tra le cuivittime ci sarebbe anche un bambino italiano.
Sembrano fioccati tutti insieme i casi di molestie e stupri diminori che stanno scuotendo l’opinione pubblica cinese da ormai diversesettimane, portati alla luce dalla rete così come dalle testate piùistituzionali, come il Quotidiano del popolo: «Ho un segreto. Ilmaestro Yang mi ha umiliata. Mi ha abbracciata nel suo ufficio, poi miha tolto le mutandine». Queste le parole di una delle vittime delpreside della scuola elementare di Qianshan, nell’Anhui, riportatedall’organo di stampa del partito comunista cinese il 25 giugno, giornodella sentenza di condanna dell’uomo a 18 anni di prigione.
A suscitare sconcerto e riflessioni sono stati però anche casi dimaltrattamenti di minori avvenuti dentro le mura domestiche: comequello, emerso a maggio, di una bambina del Guizhou sottoposta perdieci anni a ogni tipo di violenze dal padre; o come la vicenda di duebambine di uno e tre anni trovate morte per inedia in una casa diNanchino.
Tragedie che, insieme ai casi di abuso sessuale, hanno portato alcentro del dibattito le carenze della giustizia cinese nei confrontidella tutela dei minori, carenze che permettono invece ai responsabilidi farla franca.
Per gli stupri dimostrati, si arriva anche alla pena di morte quandole vittime abbiano meno di 14 anni. Se lo stupro non è dimostrato,invece, rapporti sessuali con bambini fino a 14 anni sono puniti con 15anni di carcere. A questo, secondo tanti commentatori ed esperti che sisono espressi in queste settimane, si aggiunge l’ignoranza deigiovanissimi rispetto alle tematiche sessuali e l’incapacità deigenitori di insegnare ai propri figli come riconoscere e difendersi daeventuali abusi. Un problema particolarmente grave nelle aree rurali onelle famiglie di lavoratori migranti.
Ancora più complessa la questione della giustizia nel caso deimaltrattamenti di minori in famiglia. Come spiegava il 15 maggio ilquotidiano Huanqiu Shibao, solo nei casi più gravi, quando imaltrattamenti portino a danni fisici permanenti (o alla morte) deibambini il giudice può decidere di sottrarre i figli alla tutela deigenitori. Per i maltrattamenti seri, ma non straordinariamente gravi, èinvece difficile proteggere i minori allontanandoli dalla famiglia, ameno che non sia uno dei genitori a denunciare gli abusi.
Sulle pagine di Caijing del 25 giugno, Du Zhaoyong, avvocatopechinese che si occupa di queste tematiche, insiste sulle lacune dellalegge e collega il caso delle due bambine morte a Nanchino per mancanzadi cibo e cure da parte della madre tossicodipendente con una vicendasimile avvenuta nel 2003, quando una bambina di tre anni, Li Siyi,figli di tossicodipendenti, morì anch’essa di fame in casa, trascuratadai genitori.
«Tra i due incidenti sono trascorsi dieci anni, maun efficace sistema di protezione dei minori non è ancora statocostruito», dice Du. «È chiaro che una madre tossicodipendente non puòprendersi cura dei figli in modo costante. Ma anche se eranoconsapevoli di questo, le autorità non si sono fatte carico dellasituazione delle bimbe di Nanchino con la dovuta urgenza». Questo,secondo l’esperto di legge, avviene perché ci si preoccupa più delleformalità dell’applicazione della legge che del tutelare i diritti percui le leggi vengono formulate.
La Cina può contare infatti sia su una Convenzione sui diritti deibambini che su una legge sulla protezione dei minori, che afferma che ibambini devono essere tutelati sul fronte familiare, scolastico,sociale e della giustizia. A quanto emerge dai recenti casi di cronaca,gli obiettivi sono però ad oggi tutt’altro che raggiunti.
«Non è che non esistano i meccanismi per difendere i minori, è chele leggi non sono abbastanza nette - spiega l’avvocato -. Così lareazione delle autorità non è abbastanza pronta e la tutela dei minoripoggia solo sulla coscienza dei cittadini e sul supporto dei comitatidi quartiere».
Du propone due ricette, una per rendere più efficace l’opera delleautorità, l’altra per sensibilizzare i cittadini sull’importanza deidiritti individuali. Da una parte, «la Cina deve istituire un sistemadi tutela dei minori più forte, per esempio facendo tesorodell’esperienza giapponese, dove esiste una “polizia per i minori” chenon solo protegge i giovani dagli abusi, ma previene anche lacriminalità giovanile». Dall’altra, «bisogna che ogni singolo cittadinosia consapevole dei diritti propri e altrui; come proteggere attraversola legge i diritti propri e degli altri dalle violazioni. La gente devecapire che la legge non è uno strumento dello Stato, ma un’armaefficace che i cittadini hanno a disposizione per difendere se stessi egli altri. Inoltre, bisogna far sì che tutti capiscano che aiutare adifendere i diritti altrui significa indirettamente proteggere anche ipropri diritti».
Certo bisognerebbe permettere davvero ai cittadini di agire indifesa dei diritti degli altri. A generare ulteriore sdegno tra gliattivisti della rete è stato invece il “caso nel caso” di Ye Haiyan,femminista che da anni lotta nel nome delle prostitute cinesi e che,nelle ultime settimana, aveva alzato la voce per denunciare gli abusinelle scuole. Ye, che su weibo è seguita da decine di migliaia dipersone, è stata arrestata dopo aver manifestato davanti alla scuola diHainan al centro di uno dei casi di stupri presentandosi con la scritta“prendi una stanza d’albergo con me, lascia in pace le studentesse”. Ildirigente dell’istituto, Chen Zaipeng, è stato infatti condannato peraver portato quattro giovani studentesse al karaoke, averle ubriacate epoi aver abusato di loro in una stanza d’albergo.
La campagna di Ye, a cui si sono affiancati intellettuali epersonaggi noti come il poeta Wang Zeng e l’artista Ai Weiwei, nonsembra essere piaciuta alle autorità. Che hanno però precisato, viaweibo, che l’arresto dell’attivista è dovuto alle «lesioniintenzionali» provocate da Ye a tre donne con un coltello da cucinadurante la manifestazione a Hainan, mentre non avrebbe «niente a chevedere con la sua attività online».
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