di Francesco Palmieri
Roma, 01 lug. - Ancora pochi giorni e avrebbe festeggiato il quarantennale del superclassico tra i kung fu movies: Enter the Dragon, noto al pubblico italiano come I tre dell’Operazione Drago. Ma Jim Kelly è morto il 29 giugno scorso a 67 anni. Nel trio, comprimario di Bruce Lee assieme all’altro “eroe indegno” John Saxon, sacrificava la vita per principio morale rifiutando di collaborare con il crudele Han. Impersonato da Shek Kin, il villain più famoso del cinema cantonese, il monco Mr Han era l’organizzatore del torneo di combattimento nell’isola prossima a Hong Kong dove celava una centrale del narcotraffico internazionale.
Fu la prima pellicola di arti marziali prodotta da una major, la Warner Bros, con un budget modesto per gli standard americani ma altissimo per quelli asiatici. E fu il film con cui Bruce Lee sfondò in Occidente purtroppo senza goderne: arrivò nelle sale hongkonghesi sei giorni dopo la sua morte, precoce e improvvisa il 20 luglio 1973.
Queste righe non sono l’ennesima celebrazione del capolavoro di genere né tentano l’obituary di Kelly, due possibilità da consegnare volentieri all’incontinenza dei patiti. D’altronde, l’icona di Kelly in karategi giallo resta a prescindere immortale. Riguardo al Kelly persona, per i più fino all’altro giorno trascurabilmente vivo, interpretò al cinema ruoli minori dopo quel film (cui partecipò “per caso”) per poi tornare alle arti marziali e al tennis. Brillante maestro in utroque.
Queste righe esistono solo per rilevare un riuscito scherzo al cinema americano, all’epoca dominatore globale, che fu involontario e perciò più significativo come ogni mossa del Fato. I tre della Operazione, i personaggi positivi, appartenevano tutti a mondi tenuti sempre ai margini del Bene dal razzismo hollywoodiano. Il cinese (Lee fu il primo a non interpretare la macchietta dello scemo miope o del perfido giallo). Il negro Kelly. L’italiano: perché intanto ci sovviene che John Saxon nacque a Broccolino – all’anagrafe Carmine Orrico – da genitori casertani.
Nessuno fece troppo caso allora, né magari dopo, alla simbolica triade che entrava su quel Drago nella cultura popolare (lo junghiano direbbe inconscio collettivo). Quant’acqua è scorsa dal ’73. Hong Kong non è più colonia dal primo luglio del ’97. I negri sono neri o afroamericani. Gli italiani mica recitano sempre da mafiosi. Last but not least, chi è rimasto di noi s’è fatto assai più vecchio. Oggi ripetere ogni tanto “no al razzismo” è una bella figura necessaria se vuoi stare al mondo con sussiego e spesa pochissima. Forse anche i post su Facebook fanno punteggio.
Quarant’anni fa non era così banale. Allora sì che Bruce, Jim e Carmine (alias John) gliela fecero grossa, a quelli là.
@Riproduzione riservata