di Lionello Lanciotti
Roma, 12 feb.- Nel 1982 Edward H. Schafer, professore di lingue e letterature orientali dell'Universita' del Colorado, affermava che la sinologia non era universalmente coltivata ed elencava alcuni paesi dove riteneva che questa disciplina fosse poco sviluppata, come ad esempio la Bulgaria, il Botswana, l'India e l'Italia. Due anni dopo sulla rivista dell'IsMEO East and West, fondata da Giuseppe Tucci e di cui ero condirettore, entravo in polemica con il sinologo statunitense. Nel 1989 ricevetti una cortese lettera del professor Schafer, che si scusava di quanto aveva affermato ed era pronto a pubblicare il suo errore. La lettera era molto cortese e gli risposi che non era necessario.
Nel frattempo l'IsMEO, che era divenuto IsIAO allargando i suoi interessi anche al mondo africano, incaricava il giovane studioso Francesco D'Arelli di preparare una bibliografia che andasse dal 1899 al 1999, che nel 2007 apparve con il titolo La Cina in Italia, ricca di 5.809 rinvii a libri ed articoli (esclusi quelli usciti su quotidiani). In quell'occasione, ripubblicai il testo della lettera del sinologo statunitense.
Lionello Lanciotti è professore emerito di Filologia cinese dell'Università di Napoli L'Orientale
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