di Lionello Lanciotti
Roma 31 gen.- Pochi Italiani, ad eccezione di orientalisti o storici della fotografia, conoscono il nome di Felice Beato. Nacque a Venezia e non a Corfù nel 1834, e morì a Firenze e non in Birmania nel febbraio 1909, come risulta da copia di un certificato del comune di Firenze riprodotta nel volume di Terry Bennett History of chinese photography, edito a Londra nel 2009.
Felice Beato, autentico fotoreporter di guerra, seguì la guerra di Crimea nel 1856 per poi recarsi nel Vicino Oriente. Nel 1858 segue la famosa rivolta indiana antibritannica, ma solo due anni dopo sarà in Cina durante la seconda guerra dell'oppio franco-britannica, dove documenterà scene militari e famosi monumenti che gli Occidentali barbaramente distruggeranno. In seguito fu in Giappone, dove colorò alcune foto da lui fatte e nel 1885 fu in Sudan a fotografare eventi bellici e successivamente in Birmania.
Aveva anglicizzato il suo nome, Felix, ed era diventato suddito inglese come risulta dal certificato di morte che documenta anche che era celibe. Impegnato in guerre, scene di vita sociale, monumenti e ritratti, gli era mancata evidentemente l'occasione di trovare una moglie.
Lionello Lanciotti è professore emerito di Filologia cinese dell'Università di Napoli L'Orientale
Foto di Felice Beato
© Riproduzione riservata