di Lionello Lanciotti
Roma, 20 dic.- A Ferentillo, piccolo Comune della provincia di Terni, nella chiesa di Santo Stefano furono scoperti nel 1805 cadaveri mummificati di varie persone a causa di un editto napoleonico che ordinava di riesumare le salme sepolte nelle chiese. I cadaveri ritrovati risalivano ad epoche diverse a giudicare dai loro abbigliamenti.
La loro conservazione era dovuta a condizioni climatiche locali che avevano causato la disidratazione dei loro corpi. Fu ritrovato, ad esempio, un soldato napoleonico con la sua uniforme ed una coppia di cinesi con i loro abiti tradizionali. Verso la fine del XIX secolo alcune di queste mummie furono collocate in apposite teche di un piccolo museo.
Due succinte pubblicazioni locali, senza fonti specifiche, narrano la storia di A Duan, un cinese indubbiamente agiato che sarebbe arrivato in Italia in viaggio di nozze con la sposa ed una governante. Da Venezia arrivarono a Roma nel XVIII secolo per visitare la città eterna in occasione di un Giubileo, probabilmente quello del 1750. A causa di una epidemia di colera o peste nera lasciarono Roma e si rifugiarono a Ferentillo per respirarne la salubre aria locale, ma già contagiati dal male morirono.
La loro triste vicenda è commovente, ma l'unica storia certa sono le loro mummie.
Non sapremo mai se, prima di morire, la coppia abbia pensato che i corpi sarebbero rimasti a Ferentillo, una bella località, ma non la loro. Il culto dei defunti è molto forte in anche in Cina. Ricordo, quando ero ragazzo, di aver visto una bella tavola del disegnatore Achille Beltrame su La Domenica del Corriere, raffigurante una nave che dagli Usa riportava in Cina molti feretri di connazionali.
Lionello Lanciotti è professore emerito di Filologia cinese dell'Università di Napoli L'Orientale
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