di Filippo Seminara
Roma, 13 nov.- L'immigrazione costituisce una importante risorsa ed un grande punto di forza per l'Italia: ne sono convinti Alice Dente, Katia Franzese e Wang Jing autori del testo "Io sono Wang Lin – La lingua italiana per cinesi" edito da Loescher.
Periodicamente, dato il gran numero di stranieri (più di 4 milioni di residenti) e quindi di potenziali studenti, il mercato editoriale, gli istituti scolastici privati e docenti più o meno accreditati, invadono la piazza ed organizzano migliaia di corsi di italiano "per stranieri", includendo in questa definizione, apprendenti provenienti da culture e da esperienze linguistiche lontanissime tra loro.
Niente di più sbagliato. Gli autori di "Io sono Wang Lin" sono i più convinti che, anche se l'italiano è la lingua comune da imparare, coloro i quali si apprestano a studiarla e si avvicinano ad essa, sono molto diversi tra loro. Così ecco un testo interamente dedicato all'insegnamento dell'italiano ai soli cinesi, che si cura ed è attento alle sostanziali differenze linguistiche e culturali tra Italia e Cina. Attraverso un approccio alla lingua strutturalistico, attraverso la suggestopedia, una serie di attività pratiche vivaci e personalizzate ed a tratti ludico, il testo si incarica del difficile compito di mediazione ed integrazione culturale della comunità cinese in Italia.
Secondo i dati ISTAT al 22 Settembre 2011, i cinesi residenti nel nostro Paese erano 209.934, pari allo 0,34% del totale della popolazione residente in Italia, collocandosi tra le prime dieci comunità di stranieri numericamente più presenti sul territorio nazionale. Ma le difficoltà linguistiche giocano un ruolo fondamentale nell'integrazione, con difficoltà a volte insormontabili. Non è solo un problema connesso al voler mantenere, in generale da parte di tutti gli stranieri e quindi anche da parte dei cinesi, la conoscenza della propria lingua madre, è anche una distanza prettamente tecnica, fonetica e strutturale tra le due lingue.
Cosciente di questo grande scoglio per un appartenente alla comunità cinese che si appresta allo studio dell'italiano, "Io sono Wang Lin" focalizza la propria attenzione su quattro punti di forza che lo rendono originale e soddisfacente, non solo per lo studente ma anche per l'insegnante. Le schede di sintesi grammaticale, presenti in cinese nel corso (in italiano nella guida), con analisi contrastiva tra le due lingue e con pratiche tabelle, aiutano lo studente cinese a memorizzare le complesse regole grammaticali; la traduzione in cinese dei vari contenuti non è una traduzione pedissequa del testo italiano. Si è cercato infatti di adeguarla allo stile di apprendimento a cui sono abituati gli studenti cinesi. Ancora, ogni capitolo comprende delle nozioni pratiche ed esempi concreti di cultura, società, usi e costumi dell'Italia, facilitando l'impatto dello studente (immigrato, adulto o universitario) nella vita di tutti i giorni. Inoltre, a sostegno di un insegnante italiano che non conosce il cinese, illustra la differenza fra i due sistemi linguistici, le problematiche e le difficoltà che possono incontrare gli studenti cinesi durante l'apprendimento.
Il corso, partendo da una conoscenza dell'italiano minima (equivalente al livello "+0"), si propone di arrivare ad una conoscenza della lingua di livello A1 – A2. Come? Attraverso i "preliminari" della lingua (alfabeto, composizione dell'alfabeto, i suoni delle lettere, la scrittura corsivo, stampatello maiuscolo e minuscolo, l'uso della punteggiatura, l'uso della lettera maiuscola, la firma in corsivo), creando un repertorio lessicale da ampliare progressivamente, esplicitando molte informazioni e contenuti che con altri apprendenti possono essere dati per impliciti, si delinea, progressivamente, un percorso a spirale fatto di graduali espansioni.
In occasione dell'incontro dedicato a "L'apprendimento dell'italiano nel contesto migratorio cinese", che si terrà Giovedì 15 Novembre, presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma, verrà presentato il manuale "Io sono Wang Lin". L'evento, organizzato dal direttore della Biblioteca nazionale Centrale di Roma Osvaldo Avallone, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roma Capitale e Biblioteche di Roma, vedrà la partecipazione non solo degli autori del manuale ma anche del Direttore dell'Istituto Confucio Wen Zheng e del Presidente di Associna Marco Wong.
Secondo quanto previsto dall'articolo di Integrazione (in vigore dal Marzo 2012) si è voluta perseguire la strada, già avviata in altri Stati europei, di stipulare un patto con un reciproco impegno: lo Stato italiano si impegna a fornire gli strumenti della lingua e della cultura italiana; il cittadino straniero si assume l'impegno al rispetto delle regole della società civile al fine di perseguire, nel reciproco interesse, un ordinato percorso di integrazione. E, certamente, il corso di italiano per sinofoni "Io sono Wang Lin" è uno strumento utile, coerente e completo per accostarsi, non solo alla lingua, ma anche alla cultura ed alla società, trasformando lo studente da da cinese in Italia a cinese italiano.
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