di Francesco D'Arelli
Roma, 17 set. - Anche il nome di Mencio viene dal latino Mencius, riduzione del cinese 'Mengzi' (Maestro Mencio) probabilmente dovuta ai gesuiti della fine del XVI secolo, missionari in Cina. Raffinatissimo filosofo, chiamato in cinese Meng Ke, fu discepolo di un seguace di Zisi, nipote di Confucio. Visse tra i secoli IV-III a.C., peregrinando da un regno all'altro come tanti sapienti dell'epoca, desiderosi di trovare un sovrano capace di ristabilire l'armonia dell'antichità. Invano tentò di convincere alcuni sovrani, allora regnanti, a praticare l'unica forma possibile di buon governo: quella dettata spontaneamente dall'umana benevolenza (ren), condizione questa per avere consenso e garantire stabilità e unità a tutti i sudditi.
La via sovrana o dei sovrani (wang dao), opposta all'innaturale via tirannica o dei tiranni (ba dao), conduce dopo tutto alla natura umana (xing), che per Mencio non è determinata da alcunché né imposta dall'esterno, bensì innata nel senso che è il segno, il dono visibile del Cielo (tian): l'ordine assoluto, la realtà ultima e non una qualsiasi entità divina o un'irruente forza naturale.
La natura umana è necessariamente buona, è la fonte donde ognuno trae il senso della propria trasformazione e il fondamento della propria moralità, saggezza e finanche divinità. Conoscere la propria natura (zhixing) significa conoscere in definitiva il Cielo (zhitian). La mente o cuore (xin), la natura e il corpo dell'uomo sono manifestazioni del qi (energia vitale), sebbene distinte. D'altra parte, qi è l'energia che crea e anima tutto ciò che esiste fra Cielo e Terra. Vi è allora un'intima comunanza fra la mente dell'uomo e la natura del Cielo, tanto che solo questa è la vera armonia, unità fra uomo e Cielo e fra gli stessi uomini, esperita mediante la conoscenza e l'identificazione con il Cielo.
Francesco D'Arelli è PhD in Studi Orientali all'IstitutoUniversitario Orientale di Napoli. Ha insegnato in diverse Università edal 2011 è Acting Professor di Cultura e Società della Cina alla LiberaUniversità degli Studi Luspio di Roma. Ha pubblicato numerosi saggisulla diffusione e presenza del cristianesimo in Cina nei secoliXVII-XVIII e oltre cinquanta voci di filosofia cinese nel TreccaniFilosofia (Roma 2008-2009).
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