LUTTO CONFUCIANO
Roma, 23 apr.- Il primo a parlare del lutto triennale in Cina per la morte di un genitore fu il gesuita Matteo Ricci (XVI secolo). Era questa una forma di xiao o di pietà filiale, una delle virtù confuciane. Il viaggiatore Giovan Francesco Gemelli Careri (1651-1725), nel quarto dei suoi sei volumi intitolati "Giro del mondo", nell'ottavo capitolo dedicato all'organizzazione burocratica cinese ricorda come i mandarini, alla scomparsa di un genitore, si ritirassero per un triennio per poter meglio espletare i riti funerari.
Nel 1994 morì il presidente nordcoreano Kim Il-sung, e il figlio Kim Jong-il, che lo avrebbe proclamato Presidente Eterno della Repubblica democratica di Corea, gli succedette formalmente al vertice dello Stato solo nel 1997. Anche il Paese più ortodossamente marxista del mondo ha dunque continuato a perpetuare una tradizione risalente a Confucio, pensatore veramente eterno. Sembra tuttavia che il successore di Kim Jong-il, suo figlio Kim Jong-un, abbia decisamente abbreviato il periodo di lutto alla morte del padre, avvenuta il 17 dicembre dello scorso anno. E' durato solo tredici giorni.
Lionello Lanciotti è professore emerito di Filologia cinese dell'Università di Napoli L'Orientale
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