di Lionello Lanciotti
Roma, 8 mag.- In Italia abbiamo due tipi di morra, gioco d'azzardo che impegna le mani dei giocatori. Il primo tipo è quello in cui si gridano dei numeri e il suo nome deriverebbe da mora o moresca, inventata dagli arabi.
Abbiamo poi la morra 'cinese' in cui con la mano aperta si indica la carta, con il pugno chiuso un sasso e con due dita le forbici. Ognuna delle tre posizioni ha una valenza positiva e una negativa o, come direbbero i cinesi, una yang e un'altra yin.
In effetti questa morra ha origine in Cina all'epoca della dinastia Han (III secolo a.C.-III sec. d.C.) per poi diffondersi in Corea ed in Giappone. Alcuni personaggi, nei famosi romanzi classici cinesi come "Il sogno della camera rossa" e "I briganti", nei momenti di svago giocano alla morra che ha gli stessi tre elementi sopra ricordati: sasso, carta e forbici.
In Occidente arriva nel '700, il secolo delle cineserie. I portoghesi la conobbero in Estremo Oriente e la chiamarono con i tre nomi di pedra, papel e tesoura. Qualche missionario o qualche viaggiatore, più o meno nello stesso periodo, la introdusse in Italia. Oggi è diffusa in tutto il mondo e si fanno ogni anno competizioni internazionali. Sarà riconosciuto questo gioco in futuro anche alle Olimpiadi?
Lionello Lanciotti è professore emerito di Filologia cinese dell'Università di Napoli L'Orientale
© Riproduzione riservata