MATRIMONIO ALLA CINESE
Shanghai, 11 ago. - Camminando per le strade di Shanghai ci si imbatte in vetrine un po' improbabili trans lucenti di abiti e situazioni che all'occhio di un cinese poco "di mondo" ricordano e riportano il significato più opulento della parola lusso. Sono i negozi specializzati in cerimonie matrimoniali e offrono tutto ciò che può servire alla sposa ed allo sposo per il fatidico grande giorno, con il dichiarato scopo di far si che in quello specifico evento i futuri signor e signora Chang, siano degni della copertina di Vogue così come lo potrebbero essere il signor e la signora Jolie-Pitt. La cerimonia del matrimonio, qui in Cina, è davvero una cosa 'seria': dimostrativa dello status della famiglia degli sposi, ostentante lusso con l'esatto scopo che questo sia al di sopra delle effettive possibilità della coppia e del loro stretto entourage.
Un matrimonio in Cina diventa un giorno davvero memorabile! Il colore tradizionalmente più usato nelle feste nuziali è il rosso, come simbolo di gioia e prosperità, ma il momento di maggior attrattiva è sempre rappresentato dal grande banchetto - al termine della cerimonia - che solitamente conta da otto a dodici portate. Ogni dettaglio ha un suo grande significato simbolico. Il ruolo dell'uomo è iconograficamente rappresentato da un dragone, mentre quello della donna viene simboleggiato da una fenice, per cui tutti i piatti che vengono serviti richiamano in qualche modo queste analogie, presi dal ricchissimo patrimonio culturale gastronomico di questa variopinta e sfaccettata cultura: nocciole intagliate in forma speciale e piatti a base di carne, con specialità come la prelibata zuppa di pinne di pescecane, il maialino arrostito, gli spaghettini cinesi, e poi dolci e frutta fresca in abbondanza.
Xiao Liu si è sposata a gennaio del 2008, nel periodo delle fortissime nevicate che avevano (quasi) paralizzato metà del Paese. Un'estetista professionista e' andata a casa sua per truccarla, intorno alle 8; nell'armadio erano appesi abiti nuziali sia cinesi tradizionali che occidentali, ossia il look pre e post cerimonia. Xiao Liu ha affittato undici automobili, tra le quali Cadillac e Honda; due cineoperatori ed un fotografo hanno seguito lo svolgimento della cerimonia nuziale, la cui direzione è stata affidata ad un maestro di cerimonia. Tutti questi servizi sono stati forniti da un'agenzia specializzata, una di quelle - per intenderci - il cui "specchietto per le allodole" sono le famose vetrine di cui si diceva sopra. Le spese per la kermesse nel suo complesso, astronomiche: solo per l'affitto di una Cadillac circa 50 yuan al chilometro (circa 5 euro); per quattordici tavoli per banchetti, 2000 yuan (228 euro) il tavolo per sedere i 150 invitati. Queste spese, il cui totale ammonta a circa 40mila yuan (4,574 euro), sono state pagate dagli sposi stessi. Nelle grandi città, una cerimonia simile è di livello medio-alto. I genitori in questo specifico caso hanno loro donato rispettivamente 10001 e 6699 yuan (1143 e 763 euro) per simbolizzare la nuova parentela che la sposina avrà con la famiglia del marito (le cifre non sono ovviamente casuali ed hanno un loro significato bene augurante). Le buste rosse offerte dagli amici hanno 'fruttato' a Liu e compagno circa 1000 yuan (114 euro) ciascuna.
La somma ideale da infilare nella busta rossa da consegnare agli sposini viene più o meno così computata: 100 yuan quando la consegna qualcun altro, ossia non si partecipa alla cerimonia; 200 yuan per ammirare la nuova casa degli sposi - che porta bene anche quello-; 400 yuan per partecipare al banchetto e 600 yuan se si è ospiti graziosi e generosi. Potrebbe sembrare un affare, per gli sposini, a fronte di un'entrata mensile media salariale inferiore a 5000 yuan (571 euro), mentre la realtà è che per molti di loro queste offerte si riveleranno una specie di boomerang, essendo che in seguito il dono andrà ricambiato in pari misura se non anche di più, quando sarà il turno di altri. Prima della sua partenza per un breve viaggio di nozze, la sposa ha dovuto come da tradizione mangiare dei tangyuan (palline di riso glutinoso ripiene di marmellata di soia), gesto che simboleggia la solidarietà della famiglia. Ma la tradizione, come ogni medaglia, ha anche il suo rovescio. Molti sono infatti anche i ragazzi cinesi che scelgono un matrimonio fuori dal comune, che li rende felici e non disturba troppo gli altri, oltre al non ferire in maniera troppo onerosa i portafogli di parenti ed amici.
L'inverno scorso, in un luogo montagnoso chiamato Xiaowangtai (vicino Tianjin) Zhang Xun e sua moglie hanno iniziato il loro viaggio di nozze. Si sono conosciuti in un club di persone amanti del rischio e degli sport estremi ed entrambi amano l'alpinismo. Di conseguenza, hanno scelto di scalare la montagna per celebrare il loro matrimonio. Quel giorno, il vento soffiava molto forte e a Xiaowangtai c'erano solo loro. La "cerimonia" vissuta su questa montagna di 2400 m, il sentiero accidentato per raggiungerne la cima - che ha richiesto si sostenessero l'un l'altro - ai loro occhi ha avuto un valore decisamente superiore ai festeggiamenti in un albergo di lusso. A viaggio - e matrimonio - avvenuto, sono ritornati alla città dove vivono con i loro genitori in una vecchia casa. Con i loro risparmi, hanno comprato arredi ormai necessari, come un televisore, un armadio, una poltrona, insomma, hanno modernizzato il loro vecchio alloggio. La notizia del loro matrimonio è stata comunicata tramite internet a più di un migliaio di internauti, evitando così le spese elevate di un banchetto. Questi due "nuovi cinesi" hanno voluto un matrimonio personalizzato, ma i loro genitori, essendo comunque inevitabilmente tradizionalisti, hanno finito comunque per riunirsi per un pranzo. A giudicare dai regali offerti dalla famiglia – una bussola ed un altimetro – si può intuire che i parenti si siano in qualche modo ... allineati!. Tutto considerato, per il matrimonio Zhang Xun ha speso solamente 800 yuan (91 euro) e non ha ricevuto un solo soldo in regalo.
Specchio di una nuova generazione di colletti bianchi, Kao Yinming ha scelto di non fare alcuna cerimonia nuziale perché lui e sua moglie non avevano il tempo: insieme si sono recati all'ufficio di registrazione per chiedere il loro certificato di matrimonio. Il personale ha fatto suonare la marcia nuziale, ha letto un paragrafo scelto della "Legge sul Matrimonio" e ha chiesto se volevano veramente legarsi per tutta la vita. I due fidanzati hanno trovato bizzarra questa sorta di funzione, ma erano talmente emozionati che non ci hanno fatto molto caso: diventerà un bell'aneddoto da raccontare ai nipotini. Avendo deciso di saltare la festa di nozze, sono partiti per un viaggio all'estero per i giorni di congedo dal lavoro che sono stati loro concessi. Alla notizia del loro matrimonio, gli amici più stretti hanno offerto loro del denaro in regalo ed hanno approfittato di questa occasione per riunirsi. La maggior parte di questi lo ha fatto per "restituire il denaro", a loro volta ricevuto dalla giovane coppia durante il proprio matrimonio. Due anni fa, Kao Yinming e sua moglie, avevano porto buste rosse da 200 o 300 yuan, mentre ne hanno di contro ricevute da 600 e anche 1000 o 1200 yuan. Una quasi - non cerimonia che ha portato ai due sposini più di 20mila yuan (2.228 euro).
Nel 2009, solo a Shanghai si sono sposate 200mila persone, le quali hanno speso circa 24 miliardi di yuan (quasi 3 miliardi di euro). In tutto il paese, si sono sposate circa 40 milioni di coppie, per una spesa di totale di oltre 800 miliardi di yuan (circa 91 miliardi di euro). Cambiano i tempi e si rimodellano le tradizioni, ma oggi come ieri persiste l'usanza di spendere somme elevate in occasione del matrimonio. Anche durante gli anni '50 e '60, epoca in cui il paese ha conosciuto una penuria materiale e durante la quale lo Stato incoraggiava ad organizzare una cerimonia nuziale più sobria, i tre articoli importanti – l'orologio da polso, la bicicletta e la macchina da cucire – erano considerati asset indispensabili; e all'epoca questi articoli comportavano una spesa davvero elevata! Oggi, grazie al benessere, le forme di matrimonio sono molteplici, le mode di consumo innumerevoli, la somma delle spese sorprendente. In linea generale, le rilevazioni dimostrano come, negli ultimi vent'anni, le spese legate al matrimonio si siano moltiplicate più del doppio. Negli anni '70, si poteva "barattare" una donna di una regione montuosa colpita dalla povertà con solamente 200 jin (1 jin = 500 g) in buoni-cibo. All'inizio degli anni '80 le spese nuziali erano abitualmente da qualche centinaio a un migliaio di yuan. Alla fine degli anni '80 - nelle regioni costiere - si spendevano anche più di 10mila yuan (1143 euro). Attualmente il matrimonio-tipo richiede alcune decine di migliaia di yuan, superandone a volte addirittura i 100mila (oltre 11mila euro). Vent'anni fa una foto nuziale costava qualche yuan, mentre oggi, per un servizio completo preso in abito da cerimonia, si chiedono più o meno 20mila yuan (2287 euro).
Capita quindi, molto spesso, che i risparmi duramente raccolti dai genitori e dalla coppia stessa vadano in fumo in un solo giorno, a meno che non si tratti dei nuovi ricchi o diversamente privilegiati. In città cosmopolite come Shanghai – ammettiamolo – questo è uno degli "zoccoli duri" del retaggio contadino del Paese. E', infatti, soprattutto nelle campagne che il matrimonio rappresenta una vetrina della famiglia sul micro mondo circostante, mentre è altrettanto vero che la popolazione delle campagne si sta effettivamente rovesciando nelle grandi città, portando con sé tutti i suoi sogni ed aspettative. Similarmente a quello che fu da noi il fenomeno di urbanizzazione del dopo guerra – con le dovute proporzioni numeriche! – il 40% dell'attuale popolazione cinese si trova ora a vivere nelle aree urbane, percentuale massiccia se si pensa che fino a pochi decenni fa la natura della Cina era di stampo prevalentemente rurale. Si tratta di quella che non esitiamo a definire la più grande manovra di urbanizzazione della storia umana, che applica il piano quinquennale pensato dal Governo centrale – lanciato nel 2006 – per il quale entro il 2020 si prevede che più della metà del popolo cinese, ossia un decimo della popolazione mondiale, vivrà in grandi centri urbani.
Fotografando la situazione attuale in numeri, su 1 miliardo e 300 milioni di cinesi, quelli cittadini sono 540 milioni (170 milioni nel 1978) spalmati su 666 città (13 Città nel 1978). Oltre 20.000 sono invece le cittadine. Se 62 città hanno una popolazione superiore ad 1 milione di anime, 16 hanno più di 3 milioni di abitanti; 26 ospitano più di 2.000.000 di individui, mentre 36 vantano 1.000.000 e 2.000.000 di residenti. 92 città hanno invece una popolazione compresa tra 500.000 e 1.000.000. La migrazione, nella sua colossalità, è in atto grazie alla specifica attrazione della crescita economica in corso, ma anche alle maggiori possibilità in termini di educazione e di formazione, così come agevolata dall'accresciuta funzionalità dei mezzi di trasporto che permette alla popolazione di spostarsi in maniera sempre più agevole. In Cina, essendo la terra delle più ardue pianificazioni, tale spostamento biblico viene in qualche modo "accompagnato" – seppur rimanendo spontaneo – in modo da evitare errori e problemi inevitabilmente possibili come conseguenza del fenomeno. Il Governo indica chiaramente come lo spunto di tale "accompagnamento" derivi da precedenti episodi di tentacolari urbanizzazioni occidentali.
Per quanto riguarda Pechino, ad esempio, il Governo ha chiaramente indicato come tetto massimo della possibile urbanizzazione della metropoli il numero massimo di abitanti, che non potrà eccedere i 16 milioni di individui. Ci saranno problemi legati all'integrazione dei figli dei rurali all'interno delle scuole di città. Ci saranno le incertezze provocate dallo sradicamento dalle proprie terre che ricadranno a pioggia sulle generazioni future – più che sugli attuali genitori – in termini di identità linguistiche (in Cina ricordiamo che, di fatto, esistono attualmente più di 50 idiomi diversi e una miriade di dialetti locali, per quanto la lingua ufficiale si stata dichiarata dal Governo essere il mandarino). Ci saranno problematiche legate alla sicurezza, perché il campagnolo che va in città ha aspettative di lavoro, ma non la sua promessa, per cui una volta insediato il lavoro se lo dovrà cercare e quindi procurare. Ci sarà, insomma, una miriade di incognite per il proprio futuro, in capo a questa debordante colata di lava umana che si sta sdilinquendo verso le grandi città con l'attrazione di una vita più stimolante, economicamente soddisfacente e per lo meno più accettabile (anche dal punto di vista dell'aspettativa di vita e della protezione della salute). La Cina vuole dimostrare che può provvedere ai propri cittadini offrendo loro sempre più benessere ben distribuito e degnamente profuso senza distinzione di localizzazione interna. Per tentacolare ed epico che tale processo possa apparire, esso è già in atto da tempo e se ne intravvedono chiaramente sia i primi vantaggi che le prime problematiche, nonché diverse contraddizioni.
Di Katia Gruppioni
Katia Gruppioni è responsabile progetti speciali, comunicazione, relazioni internazionali e istituzionali per le aziende del gruppo del Sira Group (Italia, Cina, Russia, Romania). Imprenditrice, è Presidente di KF&F, una società che assiste le PMI italiane nella penetrazione dei mercati esteri, con focus sul mercato cinese.
Pubblicista e saggista, esperta di Cina, membro del Comitato Scientifico di Osservatorio Asia.
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