Scrittrice
Scrittrice
Feng Hua è l'autrice di 19 romanzi che hanno ottenuto un grande successo in Cina. Alcuni dei suoi libri, che hanno per protagonista il commissario Pu Ke e la sua fidanzata, il  medico Pu Duo, sono stati tradotti in francese. Il suo primo romanzo, L'Ombra, tratta di un serial killer in una città cinese mai nominata, ma facilmente riconoscibile in Xian, ed è diventato una fiction televisiva. La serie  tratta dal suo secondo lavoro ha ottenuto un successo ancora maggiore. Oggi Feng Hua si alterna tra la scrittura di romanzi e la stesura di sceneggiature.

Com'è diventata scrittrice dopo una carriera nell'esercito?

Volevo descrivere la società cinese e il romanzo poliziesco per me è diventato un metodo per svelare dei problemi, perché non pone molti limiti. Inoltre mi dicevo che anche se questo genere h molti lettori, gli scrittori erano quasi tutti stranieri o uomini, e pensavo che sarebbe stato interessante invertire questa tendenza. Ho pubblicato il mio primo romanzo a 28 anni e poi ho anche iniziato a scrivere per la televisione.

Come descrive lo show business della tv cinese? Offre solo buone opportunità economiche? O permette di mantenere anche le tinte forti delle sue opere letterarie?

Nonostante il successo dei miei romanzi, la televisione offre dei budget completamente diversi rispetto alla carta stampata. Ma è anche vero che qualcosa si perde per strada: ad esempio, nello scrivere la sceneggiatura della riduzione televisiva del mio secondo romanzo – che trattava di incesto- ho dovuto modificare la trama. Inoltre dal 2005 il governo non consente più il passaggio di determinati temi in TV, tanto che adesso le mie sceneggiature non sono più strettamente poliziesche e mi concentro sul noir solo quando scrivo libri. Ma di sicuro la fiction in Cina è un mercato in espansione, e c'è sempre più bisogno di nuovi sceneggiatori e nuove maestranze.

I suoi lavori sono celebri anche perché descrivono da vicino le tecniche della polizia cinese: le ha studiate da vicino?

Mi sono documentata, ma molte procedure non vengono diffuse al grande pubblico. Ma concentrarsi sulle procedure, per me, è solo un altro modo di esplorare le parti oscure della società, e mi interessa farlo perché, subito dopo, quelle luminose appaiono ancora più interessanti. "Se sei una rana che abita sotto il pozzo non puoi confrontarti col mondo" dice un proverbio cinese. Ma a me piace confrontarmi col mondo.

La sua esperienza nell'esercito è servita per scrivere?


Sul fronte delle procedure, no; sia perché l'esercito non è la polizia, sia perché non ritenevo opportuno divulgarle. Ma mi è servita come osservatorio umano e sulla Cina che cambia.

Che impressione ha tratto del noir italiano dopo il convegno "Noir- Mistero- Gialli"?

Mi ha colpito la voglia di indagare nella realtà, pur senza realizzare dei veri e propri reportage, perché altrimenti non si tratterebbe più di fiction, e personalmente mi sentirei meno libera. È lo stesso spirito che utilizzo nei miei romanzi.
ADV
ADV
ADV