Dopo Sydney 2000, Atene 2004, Torino 2006 e' il turno di Pechino 2008. L'italiana Technogym si riconferma, per la quarta olimpiade consecutiva, l'azienda di riferimento per la preparazione atletica e riabilitazione dei 15mila atletici olimpici per le 28 discipline provenienti da oltre 200 paesi. Marco Treggiari, Managing Director della filiale cinese di base in Shanghai, spiega le strategie e le aspettative legate al 2008.
In relazione al vostro appalto vinto per le Olimpiadi, che tipologia di investimento avete dovuto affrontare, sia dal punto di vista economico che organizzativo/strutturale?
Come Official Exclusive Supplier dei giochi l'azienda ha chiaramente fatto un investimento economico per lo sfruttamento successivo dei diritti di marketing, ma fondamentalmente la scelta e' caduta su Technogym per una questione di qualita', esperienza e tecnologia che l'azienda puo' garantire e che il BOCOG (Beijing Organizing Committee for the Games of the XXIX Olympiad) ha riconosciuto in fase decisionale. Dal punto di vista strutturale e' in programma l'allestimento di una quindicina di palestre: alcune legate alle diverse discipline sportive per allenamenti di Badmington, Judo, Tennis, Atletica e Nuoto, due all'interno del Villaggio Olimpico, di cui una destinata al cardio e l'altra alla forza e infine quattro palestre per i media che saranno presenti durante l'evento.
Che ne sara' di queste strutture a conclusione dei giochi?
Rimarranno poi fisse sul territorio cinese per un sviluppo futuro del vostro business in Cina?
Non abbiamo ancora dati confermati a riguardo, ma e' presumibile che la maggior parte delle palestre diventino strutture fisse. Ad esempio quelle dell'Olympic Village, che diventera' zona residenziale, saranno poi gestite da operatori. Mentre le palestre ad uso specifico verranno utilizzate dalle Confederazioni Sportive che ne decideranno le sorti.
Che tipo di ritorno vi aspettate dalla pubblicita' che avrete durante le Olimpiadi?
Di due tipi: il primo l'abbiamo gia', ed e' la possibilita' di utilizzo del marchio Technogym in tutto il paese, il secondo e' di natura piu' scientifica legato ai feedback che avremo dagli oltre 15000 atleti e rispettivi trainer sulla medicina, la bio-meccanica e l'ergonomia delle nostre macchine che rappresenta per noi un patrimonio scientifico inestimabile.
Avete gia' pensato ad un piano di sviluppo da implementare dopo le Olimpiadi per solidificare quando impiantato durante i giochi e far sfruttare tutti gli spin-off che inevitabilmente ne scaturiranno?
Il piano di sviluppo in questo momento e' di natura prettamente comunicativa. Da un lato la promozione del wellness come stile di vita per il conseguimento di uno stato di benessere fisico e mentale. A questo proposito lo sport, in Cina in particolare, e' un trend setter fenomenale e le Olimpiadi saranno funzionali per il raggiungimento delle masse e rappresenteranno un vero e proprio shock che fara' capire ai cinesi l'effettiva necessita' di andare in palestra per aver successo nelle sfide quotidiane delle vita e del mondo lavorativo di oggi, dove ormai la gente passa piu' ore davanti al computer che non a prendersi cura di se stessi. Al momento solo lo 0.6% della popolazione acquista un abbonamento in palestra contro il 10% dell'Italia o il 3% di Hong Kong per rimanere nella stessa area geografica e culturale.
Quindi come vedete lo sviluppo del vostro settore in Cina dopo quest'esperienza?
E' un tipo di sviluppo che vediamo in maniera indiretta, perche' adesso ci sono piu' imprenditori che iniziano ad aprire palestre piu' che i tradizionali Karaoke o condomini. In piu', il nostro interesse e' di natura piu' variegata, in quanto gli investitori si rivolgono a noi anche in qualita' di tutor per l'education, la comunicazione, il design e via discorrendo. E il fatto di essere legati alle Olimpiadi ci rende indubbiamente piu' attraenti sul mercato.
Quali sono i vostri maggiori concorrenti?
Ne abbiamo di due tipi: uno reale e concreto rappresentato dalle aziende americane del settore.
Come vi collocate quindi sul mercato nei confronti dei vostri key competitor stranieri e delle aziende locali?
In una posizione di assoluto rispetto e stima, perche' senza competizione non c'e' divertimento, no? E' la concorrenza che ti stimola ad andare avanti. A questo proposito mi piace sempre citare il nostro presidente Nerio Alessandri, che dice sempre che per noi quando una macchina ha successo e' gia' obsoleta, e' tempo di andare avanti.
Come si trova a lavorare in Cina?
Guardi, credo di essere uno dei pochi che effettivamente adori lavorare con un team cinese. Sono l'unico italiano qui a Shanghai, con 30 collaboratori e l'85% dei clienti cinesi e considero la mia esperienza un privilegio. Bisogna avere il coraggio di proporsi e di osare. A costo di essere considerato come uno sprovveduto o un ingenuo, credo che se noi non affrontiamo questa sfida con