di Adolfo Tamburello*
Napoli, 21 dic.- Dell'agopuntura cinese si cominciava a sapere tardi in Italia. A differenza della gran parte dei nostri missionari che ne tacevano, erano soprattutto i medici al servizio della Compagnia olandese delle Indie Orientali a riferire delle pratiche di agopuntura e moxibustione. Figuravano tra i primi benemeriti Willem ten Rhijne (1647-1700) ed Engelbert Kaempfer (1651-1716), le cui fonti d'informazione erano piuttosto quelle giapponesi che non cinesi.
Non sappiamo con certezza, come alcuni vorrebbero, che l'insigne medico napoletano Domenico Cirillo, facesse pratica, oltre che di auscultazione del polso, di agopuntura, al punto da esercitarla pubblicamente a Napoli. Nel 1800 il medico napoletano Calogero Pingitore sarebbe stato, a detta di C. Corbellini, autore di un "primo libro italiano significativo" sull'agopuntura, mentre Joseph Needham scrive in Aghi celesti: "Il primo libro italiano in materia fu quello di Bozetti del 1820, il più famoso quello di Carraro del 1825, mentre le trattazioni forse più curiose e interessanti si devono a Da Camin tra il 1830 e il 1840. Needham chiosava in nota: L'interesse in Italia era particolarmente spiccato all'interno della Repubblica di Venezia. L'opera di S. Bozetti recava il titolo Memoria sull'ago-puntura ed era pubblicata a Milano nel 1820; quella di Antonio Carraro (Saggio sull'agopuntura del dottor Antonio Carraro medico condotto in Piove di Sacco) era apparsa a Udine nel 1825 ed, infine, quella di Francesco Saverio da Camin (Sulla operazione dell'ago-puntura. Lettera del Dr. Francesco da Camin, medico fisico e chirurgo scientifico distrettuale condotto di Dolo) era stampata a Treviso nel 1825 ed in seconda edizione a Venezia nel 1834. Una successiva opera del da Camin (Dell'agopuntura e della galvano-puntura. Osservazioni) era edita a Venezia nel 1837. Il Carraro e il da Camin erano due medici iniziati da Berlioz, un medico di Montpellier che aveva a sua volta appreso l'gopuntura da Isaac Ttsing (1745-1812), un membro della Compagnia olandese delle Indie orientali rientrato in Europa. Berlioz pubblicava a Parigi, nel 1816, le Mémoires sur les maladies chroniques et sur les évacuations sanguines et l'acupuncture. Fonte successiva di conoscenze era il Dizionario di Chirurgia Pratica di Samuele Cooper, apparso a Milano nel 1823. Sperimentazioni successive erano compiute da altri medici sia nel Veneto sia più in generale nel Nord Italia.
Per il primo Novecento siamo informati di un volumetto di sintesi di Manlio Piaggio, che la Minerva Medica di Torino pubblicava sotto il titolo La medicina cinese – Storia, filosofia, concezione scientifica.
L'agopuntura rimaneva allora nella considerazione migliore un'arte empirica, tanto che ancora intorno alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, Marcello Muccioli, chimico e orientalista dell'allora Istituto Orientale ne argomentava così: "Da tempi remotissimi i Cinesi agiscono sui sintomi funzionali per mezzo dell'acupuntura [...]. Fondamento dell'acupuntura, secondo la teoria indigena, è la constatazione del fatto che, quando vi è la disfunzione di un organo, certi punti della superficie del corpo acquistano una iperestesia cutanea, che cessa appena la funzione si normalizza. Questi punti [...] sono disposti sul corpo lungo linee verticali ideali dette 'meridiani'. [...] Nessuno di essi segue un tracciato materiale conosciuto (vene, arterie, nervi ecc.), ma lungo i meridiani circo-lerebbe, invece, dell'energia. Queste, in sintesi, le premesse teoriche, d'altronde mai dimostrate, di una terapia caratteristica e vecchia quanto la Cina, che dà risultati inoppugnabilmente positivi". Insomma, ancora con Muccioli, non si poteva parlare dell'agopuntura neanche nei termini di una "scienza applicata", dato che se ne disconoscevano i principî scientifici di base della sua eventuale teoria.
Negli stessi anni il biochimico ed embriologo, nonché sinologo, Joseph Needham, si era già imbarcato nell'impresa della sua monumentale Science and Civilization in China ed aveva cominciato a raccogliere tutta la letteratura esistente anche in fatto di agopuntura e, più in generale, di medicina cinese.
Il pubblico italiano veniva a conoscere tardi l'opera di Needham, con la pur benemerita Einaudi che cominciava a pubblicarla nella nostra lingua nel 1981. L'anno dopo Il Saggiatore di Milano gli pubblicava La medicina cinese. Principi e metodi, mentre l'Einaudi dava alle stampe nel 1984 Aghi celesti. Storia e fondamenti razionali dell'agopuntura e della moxibustione, curato da Needham in collaborazione con Lu Gwei-dien (Lu Kueitien).
Tuttavia, nel 1974 era apparsa in Italia, a cura dell'editrice Sugar di Milano la traduzione di un'opera di Jacques Andrè Lavier dal titolo Medicina cinese medicina totale e, sempre fuori di un ambito medico specialistico, la rivista Mondo cinese di Milano cominciava fin dai suoi primi numeri a dedicare saggi e note alla medicina cinese e all'agopuntura di autori sia cinesi sia italiani. Anche una pubblicazione periodica sinologica, Cina 11, edita nel 1974 dal Centro di Ricerche Sinologiche dell'Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente di Roma, a cura di Lionello Lanciotti, accoglieva un breve saggio di aggiornamento sull'agopuntura. Ne era autore un medico stabilitosi a Napoli, John Lim, che lo pubblicava col titolo Cinquemila anni di agopuntura in Cina. L'autore così ragguagliava sulle ultime ricerche condotte sull'agopuntura nella Repubblica Popolare Cinese: "...La sua pratica clinica venne investigata con elettroencefalogrammi, elettrocardiogrammi, raggi X, misurazioni del polso e della pressione sanguigna, e con la biochimica. L'antico sistema dei meridiani venne analizzato in relazione al sistema nervoso, al sangue, alla linfa ecc. Tutto ciò non solo ha fornito un fondamento scientifico agli effetti dell'agopuntura, ma ha anche ampliato le sue possibilità di impiego e l'ha resa più efficace. Si sono sviluppate terapie in cui la medicina tradizionale e quella moderna appaiono combinate, come l'elettroagopuntura, le radiazioni a onde corte e l'iniezione di farmaci nei punti dell'agopuntura...". Riferiva ancora l'autore: "Un rapporto pubblicato lo scorso anno dall'Istituto di Fisiologia di Shanghai (Scientia Sinica, febbraio 1973, pp. 25-60, in inglese) descrive la misurazione di scariche elettroneurali nel sistema nervoso centrale in relazione al dolore e all'anestesia per agopuntura (analgesia)". La conclusione proposta era sorprendente: gli stimoli sensoriali provenienti dall'ago dell'agopuntura e quelli derivanti dalla sede del dolore sono sottoposti nel talamo del cervello a un processo che provoca un effetto inibitorio sulla registrazione del dolore. Ciò è stato provocato dalle misurazioni delle scariche elettriche delle cellule nervose interessate nel talamo. L'agopuntura, bloccando le scariche dolorose, elimina il dolore e lascia il paziente cosciente e rilassato".
Con la seconda metà degli anni Settanta la bibliografia italiana si infoltiva di titoli sull'agopuntura e più in generale sulla medicina cinese a cura di autori non solo stranieri . Nel 1979 un "Gruppo di studio" italiano "Società e Salute" fondava a Forlì una prima "Scuola Italiana di Medicina Cinese", cui seguiva nel 1986 la fondazione della "Scuola Italo-Cinese di Agopuntura" dell'Associazione Medici Agopuntori Bolognesi.
Gli anni Ottanta culminavano con la pubblicazione dei primi periodici scientifici sull'agopuntura e la medicina tradizionale cinese e con l'esposizione intitolata nel 1987 dall'Istituto Paracelso di Roma ad Esperienza e progresso - Mostra su agopuntura, farmacologia, igiene nell'esperienza medica cinese. Di particolare interesse appariva la documentazione illustrata sia dei moderni ausilî provenuti all'agopuntura dalle strumentazioni elettroniche sia dai crescenti avalli scientifici che l'agopuntura stessa aveva ricevuto e riceveva dalle tecniche di controllo ed accertamento man mano che queste si facevano e continuavano a farsi più sofisticate.
Si trattava a quel punto di storia d'oggi.
*Adolfo Tamburello già professore ordinario di Storia e Civiltà dell'Estremo Oriente all'Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'.
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