(AGI) - Venezia, 31 ago. - "Ho avuto un punto di riferimentocinematografico: 'Taxi Driver' di Martin Scorsese". Lo diceJames Franco, che a Venezia presenta in concorso il suo nuovofilm da regista, 'Child of God', tratto dall'omonimo libro diCormac McCarthy (Non e' un paese per vecchi). Non e' la primavolta che l'attore del primo Spiderman di Sam Raimi si mettedietro la macchina da presa (a Cannes ha presentato 'As I LayDying', mentre nel 2014 vedremo un biopic su Charles Bukowski).Questa volta realizza il suo film piu' duro raccontando levicissitudini del serial killer sui generis Lester Ballard beninterpretato da Scott Haze. Si tratta di un emarginatonecrofilo, "di un killer - Charlot - che uccide e che e' anchegoffo", dichiara l'attore/regista. "Si', la leggerezza e ildramma caratterizzano tutto il film - aggiunge Haze - Ballardha un cuore, non e' solo un maniaco". Per entrare nelpersonaggio, l'attore si e' isolato per tre mesi durante iquali ha vissuto in una caverna: "non ho parlato con nessuno,e' stato difficile pero' sapevo della responsabilita' cheavevo". Si e' ispirato a qualcuno in particolare? "Al Joker diHeath Ledger". "Potevo chiamare nomi importanti del cinema maScott era la persona giusta", aggiunge Franco. Ma lui, Franco,che regista e'? "James mi ha lasciato completa liberta', mi haaiutato e guidato senza controllare il processo attorialeperche' sa che cosa vuol dire essere attore - racconta Haze -e' stata l'esperienza piu' importante della mia carriera".Ancora una volta dunque il regista affronta il temadell'isolamento, "non e' una scelta consapevole - rivela -scelgo di fare un film quando vengo impressionato da qualcosa.Quando 6/7 anni fa ho letto 'Child of God' ho sentito ibrividi, era il segnale di qualcosa di vitale". (AGI)