(AGI) - Venezia, 28 ago. - "L'arbitro di Paolo Zucca e' unacommedia surreale sul mondo del calcio, ma dietro il tonogrottesco e il bianco e nero si cela la verita' su un mondocomplesso", sono le parole di Stefano Accorsi che a Venezia hapresentato L'arbitro (nelle sale dal 12 settembre), filmd'apertura delle Giornate degli Autori. E aggiunge: "Comunquesolo un grande appassionato di calcio poteva cimentarsi in unfilm su un universo che e' considerato quasi una religione.Nella pellicola c'e' tanta ironia, sarcasmo e anche tantoaffetto per questo sport". Accorsi interpreta Cruciani, unarbitro corrotto che punta a dirigere la finale di championsleague, ma finira' a utilizzare il suo fischietto nella finaledi un campionato interregionale in Sardegna. L'atleticoPabarile, guidata da un allenatore cieco (Benito Urgu) per laprima volta intravede la vetta della classifica grazieall'arrivo nella cittadina di un giovane emigrato, Matzutzi. Ilneo "acquisto" portera' la squadra di casa a giocarsi la finalecon l'avversario di sempre, il Montecrastu. Ma qualcosa vastorto: la corruzione regna anche in un microcosmo come questo.Non manchera' la storia d'amore tra una paesana un po'smemorata, Miranda (Geppi Cucciari), e l'astro nascenteMatzutzi. "Ho scelto il bianco e nero con la volonta' di astrarre ilfilm dall'attualita' - afferma il regista - ma per chi ha occhiper leggere, dietro la patina surreale si nasconde molto dellarealta'". Zucca sembra volersi estraniare da un contesto, maalcuni riferimenti al mondo vero ci sono, come la letterainviata a Cruciani firmata Michel (Platini?) o il nomedell'arbitro corrotto che dirige la partita crucialedell'Atletico Pabarile, Mureno, che rimanda al disastrosoarbitro Moreno dei Mondiali di Calcio del 2002. "Ho accettatodi fare questo ruolo perche' era sui generis- dichiara Accorsi- mi affascina sempre quando un regista racconta qualcosa dipersonale, inesplorato e con una certa dose incoscienza".(AGI)