Il Calendario Pirelli 2010, giunto alla sua 37esima edizione, torna all'eros "giocoso e puro" in una atmosfera pop che ricorda la beat generation. Nelle 30 immagini che scandiscono i mesi, Terry Richardson non ha nessuna smania di salvare il mondo da chissa' quale catastrofe ma solo di renderlo un po piu' libero, naturale, felice. "Anche se ogni anno si e' tentati di dire che e' il miglior calendario della storia, quest'anno possiamo dire enz'altro che Terry Richardons e' il miglior fotografo che abbia mai fatto il calendario, e questo vale anche per le modelle", ha commentato il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, in occasione della presentazione del Calendario (sotto alcune foto e il backstage) in un'affollata conferenza stampa a Londra.
Quello di Richardson e' un ritorno alle atmosfere e alle immagini naturali ed autentiche degli anni '60 e '70. Un chiaro omaggio e un richiamo alle origini delle prime edizioni del calendario di Robert Freeman, nel 1964, di Brian Duffy nel 1965 e Harry Peccinotti nel 1968 e nel 1969. Terry Richardson, come i suoi illustri predecessori, sceglie una fotografia semplice, senza ritocchi, dove la naturalezza prevale sulla tecnica e diventa la chiave per spogliare la donna dai sofisticati modelli oggi alla moda. Il gallo, la sciabola, i getti d'acqua e i vecchi copertoni diventano la punteggiatura che da' ritmo e armonia al racconto di Richardson, dove le suggestioni del Pop Art si fondono con quello che e' un tratto tipico del fotografo americano: quell'eros che nel 2010 e' appena evocato con allusioni attraverso le quali Richardson sbeffeggia le convenzioni dando forma e carnalita' ai tabu'.
Novembre 2009