(AGI) - CdV 22 apr. - La sofferenza e la malattia hannocaratterizzato il pontificato di Giovanni Paolo II, chesoprattutto negli ultimi anni ha continuato a guidare la Chiesae ad offrire al mondo la sua forte testimonianza attraverso lafragilita' e la debolezza. Per Giovanni Paolo II la sofferenzae' stata "un dono necessario". La aveva definita cosi',all'Angelus della domenica 29 maggio 1994, il primo in Vaticanodopo alcune settimane di degenza al Policlinico Universitario"Agostino Gemelli". In quell'occasione il Papa parlo'apertamente della sua esperienza personale: "ho meditato, horipensato di nuovo a tutto questo durante la mia degenza inospedale - disse ai fedeli in piazza San Pietro - e ho capitoche devo introdurre la Chiesa di Cristo in questo terzomillennio con la preghiera, con diverse iniziative, ma ho vistoche non basta. Bisognava introdurla con la sofferenza, conl'attentato di tredici anni fa e con questo nuovo sacrificio".Infine, Giovanni Paolo II confido': "deve essere aggredito ilPapa, deve soffrire il Papa, perche' ogni famiglia e il mondoveda che c'e' un Vangelo, direi superiore: il Vangelo dellasofferenza, in cui si deve preparare il futuro, il terzomillennio delle famiglie, di ogni famiglia e di tutte lefamiglie". Si e' realizzato nei lunghi anni della malattia diGiovanni Paolo II, nella sua stessa persona, quel "Vangelodella sofferenza" di cui il Papa aveva parlato nella LetteraApostolica "Salvifici doloris" del 1984, un vangelo scritto da"tutti coloro che soffrono insieme con Cristo, unendo leproprie sofferenze umane alla sua sofferenza salvifica. In essi- erano state le parole del Pontefice, reduce alloradall'attentato di Ali Agca - si compie cio' che i primitestimoni della passione e della risurrezione hanno detto edhanno scritto circa la partecipazione alle sofferenze diCristo". "In essi - sottolineava il Papa - si compie il Vangelodella sofferenza e, al tempo stesso, ognuno di essi continua inun certo modo a scriverlo: lo scrive e lo proclama al mondo, loannuncia al proprio ambiente ed agli uomini contemporanei". Perben dieci volte il Papa e' stato ricoverato al PoliclinicoUniversitario "Agostino Gemelli", da lui stesso definito il"Vaticano 3". Gli ultimi due ricoveri si sono succeduti adistanza di 2 settimane esatte. Nella notte del primo febbraio2005, infatti, l'anziano Pontefice era stato ricoveratod'urgenza per una laringo-tracheite che gli aveva provocato unacrisi respiratoria. Nove giorni di degenza per cure edaccertamenti che avevano tenuto con il fiato sospeso il mondointero, rassicurato tuttavia dall'apparizione del Papa allafinestra del decimo piano per la preghiera dell'Angelus ladomenica del 6 febbraio, ma soprattutto dall'uscita pubblica inPapamobile, davanti alla folla e agli obiettivi delletelecamere che per tutta la durata della degenza hannopresidiato la collinetta di fronte all'appartamento papale.Nelle due settimane successive al ritorno in Vaticano, il Papaaveva ripreso le sue attivita', anche se, per favorire laconvalescenza, aveva dovuto rinunciare ad alcuni appuntamenti,come per esempio la Messa a conclusione della settimana diesercizi spirituali e l'Udienza generale del mercoledi', allaquale aveva preso parte in videoconferenza. L'assenza diGiovanni Paolo II al Concistoro ordinario per l'approvazionedei decreti di canonizzazione fu il preludio del nuovoricovero. Giovedi' 24 febbraio, intorno alle 11.40, infatti, futrasportato al Policlinico Gemelli dove, alle 20.30 gli fupraticata una tracheotomia per risolvere le gravi crisirespiratorie. Diciotto giorni di degenza, durante i quali siera registrata una straordinaria ripresa delle condizioni delPapa e soprattutto dell'uso della parola, parzialmentecompromesso dall'intervento stesso. Nel corso del suoPontificato, pero', Giovanni Paolo II era entrato altre voltein sala operatoria: nel 1981, in seguito all'attentato inpiazza san Pietro per mano di Ali Agca; nel 1992 perl'asportazione di un tumore benigno al colon; nel 1994 a causadella frattura del collo del femore destro; nel 1996 perun'appendicectomia. Wojtyla era dovuto tornare al Policliniconel 1981 per un'infezione da "cytomegalovirus" e nel 1993 perla lussazione alla spalla destra, provocata da una caduta altermine di un'udienza nell'aula delle Benedizioni. (AGI)