(AGI) - CdV, 19 apr. - Papa Francesco ha ripetuto questa sera -nel corso della Veglia di Pasqua celebrata nella Basilica diSan Pietro - le parole del Vangelo di Matteo divenute ilsimbolo del Pontificato di Giovanni Paolo II che esattamentetra una settimana egli stesso proclamera' santo: "Non abbiatepaura!". Parole, ha ricordato, rivolte da "un angelo potente"alle donne, che furono le prime testimoni della Risurrezione."Dopo la morte del Maestro - ha ricordato Francesco - idiscepoli si erano dispersi; la loro fede si era infranta,tutto sembrava finito, crollate le certezze, spente lesperanze. Ma ora, quell'annuncio delle donne, benche'incredibile, giungeva come un raggio di luce nel buio. Lanotizia si sparge: Gesu' e' risorto, come aveva predetto, ec'era quel comando di andare in Galilea dove tutto erainiziato! Tornare la', tornare al luogo della prima chiamatasulla riva del lago, e rileggere tutto, a partire dalla croce edalla vittoria: la predicazione, i miracoli, la nuovacomunita', gli entusiasmi e le defezioni, fino al tradimento,rileggere tutto a partire dalla fine, che e' un nuovo inizio,da questo supremo atto d'amore". Secondo Bergoglio, "per ognunodi noi c'e' una 'Galilea' all'origine del cammino con Gesu'" edunque "andare in Galilea significa qualcosa di bello,significa per noi riscoprire il nostro Battesimo come sorgenteviva, attingere energia nuova alla radice della nostra fede edella nostra esperienza cristiana". "Tornare in Galilea - haspiegato il Pontefice - significa anzitutto tornare li', a quelpunto incandescente in cui la Grazia di Dio mi ha toccatoall'inizio del cammino. E' da quella scintilla che possoaccendere il fuoco per l'oggi, per ogni giorno, e portarecalore e luce ai miei fratelli e alle mie sorelle. Da quellascintilla si accende una gioia umile, una gioia che non offendeil dolore e la disperazione, una gioia buona e mite". Francescoha parlato dunque di "una Galilea piu' esistenziale:l'esperienza dell'incontro personale con Gesu' Cristo, che miha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione". "Inquesto senso - ha scandito - tornare in Galilea significacustodire nel cuore la memoria viva di questa chiamata, quandoGesu' e' passato sulla mia strada, mi ha guardato conmisericordia, mi ha chiesto di seguirlo; recuperare la memoriadi quel momento in cui i suoi occhi si sono incrociati con imiei, il momento in cui mi ha fatto sentire che mi amava"."Oggi, in questa notte, ognuno di noi - ha suggerito Francesco- puo' domandarsi: qual e' la mia Galilea? Dove e' la miaGalilea? La ricordo? L'ho dimenticata? Sono andato per strade esentieri che me l'hanno fatta dimenticare?". "Cercala, nontemere, e' la' che ti aspetta il Signore", ha esortato rivoltoad ognuno dei presenti. "Il Vangelo di Pasqua - ha affermatoancora il Papa - parla chiaro: bisogna ritornare la', pervedere Gesu' risorto, e diventare testimoni della suaRisurrezione". "Non e' un ritorno indietro, non e' unanostalgia. E' ritornare al primo amore, per ricevere il fuocoche Gesu' ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino aiconfini della terra". Ecco - ha poi concluso Bergoglio - la"Galilea delle genti: orizzonte del Risorto, orizzonte dellaChiesa; desiderio intenso di incontro. Mettiamoci in cammino!". .