Un decalogo degli economisti, "Perche' restare nell'euro"
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Un decalogo degli economisti, "Perche' restare nell'euro"

Un decalogo degli economisti, "Perche' restare nell'euro"

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(AGI) - Roma, 22 mag. - Dieci motivi per restare nell'euro: il think-tank di economisti "Trinita' dei Monti", presieduto daPierluigi Testa,dell'Universita' di Roma 'La Sapienza', haelaborato una sorta di 'decalogo' con i dieci perche', per ilcittadino italiano, vale la pena di restare nell'Euro. I diecimotivi sono cosi' riassumibili: 1) perche' non si devono pagarecommissioni di cambio ogni volta che si attraversa l'Europa; 2)perche' e' una valuta forte e quando si opera negli altricontinenti si puo' comprare meglio; 3) perche' in un mercatounico, grazie all'euro, si possono confrontare piu' facilmentei prezzi; 4) perche' semplifica la vita quotidiana; 5) perche'con 2.000 miliardi di debito e' grazie all'Euro se i tassi diinteresse in Italia sono bassi; 6) perche' la moneta unica da'stabilita' ai paesi, in particolare a quelli con alto debito ebassa crescita (come l'Italia): 7) perche' la disoccupazioneitaliana non e' riconducibile solo alla politica monetariadella Bce; 8) perche' l'euro non e' la causa della continuadecrescita del pil dell'Italia negli ultimi 10 anni; 9) perche'uscire dall'Europa darebbe vantaggio a pochi e svantaggi amoltissimi soprattutto a chi non ha esportato i risparmiall'estero; 10) perche' l'euro puo' essere il simbolo dell'ideadi un'Europa unita, una prova che debellare la guerra dallastoria del mondo non e' un'utopia. Gli economisti del think-tank "Trinita' dei Monti" hannoanche voluto evidenziare alcuni dei moltissimi svantaggi, aloro giudizio, che l'uscita dell'Italia dall'area dell'eurocomporterebbe. Ad esempio, "gli Stati stranieri che detengonoil debito italiano, saranno disponibili a farsi ripagare inlire?. Scatterebbe subito la speculazione contro i paesi piu'deboli". Inoltre "la perdita di fiducia e la fuga di capitalidall'Europa, getterebbero il continente in una pesanterecessione". E poi "il sistema bancario e finanziario sarebbe devastatoper l'uscita immediata dal mercato interbancario europeo per ilcosto di trasformazione di tutti gli impieghi in euro con la're-lira'. Nel breve termine "guadagnerebbero le impreseesportatrici con manifattura totalmente prodotta in Italia, gliagenti di cambio e chi ha attivita' finanziarie e immobiliariall'estero". Va infine ricordato, conclude il gruppo dieconomisti, che l'Italia "e' un paese con un numero dipensionati crescente (verso i 17 milioni) e un nuovo contestoinflazionistico produrrebbe un impoverimento irreversibiledelle fasce piu' deboli della popolazione". (AGI)
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