(AGI) - Roma, 30 dic. - "Dal mio punto di vista la sentenza non incide negativamente sull'impianto della nostra legge anzi valorizza il percorso delle cure palliative, la necessità di tempi più lunghi nella valutazione delle condizioni in cui versa la persona che chiede di essere aiutata a porre fine alla propria vita, l'organizzazione dei comitati etici e l'impossibilità che la richiesta possa avvenire per delega".
Lo dice, parlando con l'AGI, Ignazio Zullo (Fdi), uno dei relatori del testo presentato dalla maggioranza sul fine vita al Senato. Dopo la pubblicazione ieri della sentenza della Corte costituzionale che ha accolto, solo in parte, il ricorso del governo contro la legge che la Regione Toscana aveva approvato a febbraio del 2025 sul fine vita, l'esponente di Fdi sottolinea come si chiudano definitivamente le porte a ogni tentativo di introdurre l'eutanasia nel momento in cui la Corte censura il termine 'erogazione' perché nel suicidio assistito non c'è da erogare ma è la persona che compie il gesto estremo". Ed ancora: "Nel momento in cui si parla di medici volontari la Corte mette la parola fine a un reclamato dovere al quale, per codice deontologico, il medico non può soggiacere". Inoltre, "viene certificata la competenza statale, salvo le competenze regionali nell'organizzare i servizi", osserva. Ma il senatore di Fdi non nasconde anche una forte perplessità sulla sentenza: "C'è il rischio di disparità tra i cittadini di regioni che non sono in piano di rientro e quelli di regioni che lo sono".
Sui lavori e sull'iter del dossier del fine vita saranno le Commissioni Affari sociali e Giustizia del Senato a discutere su come procedere dopo la pausa natalizia. L'opposizione tornerà all'attacco soprattutto sul tema del coinvolgimento del servizio sanitario nazionale. "Va in ogni caso precisato che la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell'articolo 7, comma 1, della legge regionale toscana n.16 del 2025 - si legge nella sentenza della Corte costituzionale - lascia intatto il diritto della persona, in relazione alla quale siano state positivamente verificate le condizioni per l'accesso al suicidio medicalmente assistito, di ottenere dalle aziende del Servizio sanitario regionale il farmaco, i dispositivi eventualmente occorrenti all'autosomministrazione, nonché l'assistenza sanitaria anche durante l'esecuzione di questa procedura, come del resto affermato nella ricordata sentenza n.132 del 2025, che riveste, da questo punto di vista, portata autoapplicativa".
Si riaprirà il confronto tra maggioranza e opposizione, riprendere il dialogo anche all'interno delle forze che sostengono il governo. "La legge toscana sul fine vita rimane, anche se dovra' essere in parte modificata", afferma il presidente della Toscana Eugenio Giani. "La legge toscana resta un passo di civiltà, reso necessario dalla latitanza di un Parlamento che dopo questa pronuncia dovrebbe vergognarsi", dice il segretario di Più Europa Riccardo Magi. (AGI)
Fine vita: relatore maggioranza, sentenza non incide su ddl
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