Modelli a confronto per prevenire l'ingresso di minori e adolescenti nella criminalità organizzata. Con uno sguardo che va oltre le serie tv più gettonate del momento. Da una parte il Messico, con un focus specifico sulle bande che trafficano in armi e droga, dall'altra l'Italia e l'allarme delle baby gang che strizzano l'occhio alle mafie tradizionali. Così le esperienze di Carlos Cruz, ex pandillero messicano e operatore di Cauce Ciudadano , e di Salvatore Inguì, dirigente del carcere minorile Malaspina di Palermo e tra gli animatori dell'associazione Libera, ha cristallizzato metodi e motivazioni che spingono giovani e minorenni verso la criminalità organizzata. “Ci vuole un approccio strutturato – dice Carlos Cruz – e dobbiamo capire che quanto succede in Sicilia può avere risvolti in Messico e viceversa. Le serie tv non sono il problema, dipende da come vengono viste. A volte un consumo critico ci aiuta a mostrare ciò che non dobbiamo essere”.