R oma - "Dico sempre che si si cresce solo attraverso le difficoltà: riguardo il nostro percorso, sono ancora più orgoglioso!". Così il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri attraverso il suo profilo twitter ha festeggiato il quinto scudetto consecutivo della squadra bianconera, il secondo della sua gestione.
Dico sempre che si si cresce solo attraverso le difficoltà: riguardo il nostro percorso, sono ancora più orgoglioso! pic.twitter.com/APeBwHaDKc
— Massimiliano Allegri (@OfficialAllegri) 25 aprile 2016
Nell'estate 2014 fu accolto da sputi e insulti, non fece una piega e portò la Juventus alla soglia di uno storico 'Triplete', facendo ricredere tutti i suoi detrattori. Poi la falsa partenza, nuove critiche, nuovi attacchi e una panchina che cominciava a scottare nonostante la società continuasse a manifestargli tutto il suo apporto. E ora l'ennesima rivincita. Quello fra Massimiliano Allegri e i tifosi della Juventus potrebbe essere definito un amore frastagliato ma c'è da giurarci che dopo una seconda stagione così il tecnico toscano abbia fatto definitivamente breccia nel cuore del pubblico bianconero.
Allegri ha dimostrato ancora una volta di essere fra i migliori allenatori in circolazione e le voci che lo hanno accostato a panchine come quelle di Chelsea, Real Madrid e Paris Saint Germain sono più che giustificate anche se alla fine il suo futuro dovrebbe essere ancora alla corte della Vecchia Signora. Il 48enne livornese sa fare bene il suo lavoro, tatticamente è preparatissimo (il ritorno col Napoli e quello col Bayern i suoi capolavori stagionali), sa tirare fuori il meglio dal materiale che ha a disposizione e, soprattutto, sta mostrando di essere anche un fine psicologo, cosa che a questi livelli conta forse anche più di altri aspetti. E' vero che a inizio stagione ha fatto fatica anche lui a trovare il vestito più adatto a una Juve che aveva cambiato tanto (è partito col 3-5-2 con Padoin regista, alternandolo poi col 4-3-3 e il 4-3-1-2), ma alla fine è stato bravo a ripiegare sul 3-5-2 'contiano' per restituire alla squadra le certezze di cui aveva bisogno. E fuori dal campo ha sempre predicato calma e serenità, anche quando le cose andavano sempre peggio.
Forse nemmeno lui pensava a un certo punto di poter vincere lo scudetto ma quel suo "vediamo la classifica a dicembre" ripetuto come un mantra nascondeva la sicurezza di chi sapeva che giocatori aveva tra le mani. Ha dato il tempo a Dybala e Alex Sandro di ambientarsi e integrarsi prima di metterli in rampa di lancio, con Pogba ha usato - e usa ancora - il bastone e la carota e anche il modo con cui ha preservato Rugani merita un voto altissimo. Lo scudetto numero 32 della storia juventina porta in calce la sua firma e dovesse arrivare anche la seconda Coppa Italia di fila il capolavoro sarebbe completo. O quasi. Perché in Champions, dopo la finale conquistata la scorsa stagione, la Juve si è fermata negli ottavi.
Quei due pareggi col modesto Moenchengladbach, più che la sconfitta a Siviglia nell'ultima giornata, sono forse il vero rimpianto perché avrebbero consentito un sorteggio più benevolo agli ottavi. Ma resta il fatto che contro il Bayern, che appena tre stagioni prima aveva surclassato i bianconeri, la Juve se l'è giocata alla pari per 180 minuti, arrivando a un passo dal clamoroso passaggio del turno. Ecco forse la più grande vittoria di Allegri da quando è sbarcato a Torino, ha restituito alla Vecchia Signora una dimensione europea e mai come ora Buffon e compagni appaiono in grado di potersela giocare con tutti. Il tecnico spera che non ci siano altre rivoluzioni, che i big vengano confermati in blocco e che arrivi qualche altro tassello importante, magari il tanto agognato trequartista. La palla passa ora alla società ma di sicuro la Juve ha trovato il condottiero giusto per sognare anche fuori dall'Italia. (AGI)