A rischio le fiction della Rai, da 'Montalbano' a 'Don Matteo', 'da 'I bastardi di Pizzofalcone 2' a 'La porta rossa 2', dalle serie sul Rinascimento a quelle tratte dai romanzi di Elena Ferrante. Lo scrive Repubblica in edicola citando i tecnici del ministero dell'Economia secondo i quali iI tetto dei 240 mila euro lordi annui, che limiterà i compensi di artisti e giornalisti di grido da aprile, dovrà essere esteso anche a attori, sceneggiatori e registi di Rai Cinema e Rai Fiction. Una situazione in qualche modo paradossale, anche perché il 10 marzo il governo ha assegnato alla Rai il servizio pubblico per i prossimi 10 anni, ma con un preciso mandato: la tv di Stato deve sostenere "l'industria dell'audiovisivo" e coprodurre opere "di alta qualità", insieme a imprese con base in Italia.
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Il Contratto di Servizio che Viale Mazzini firmerà con lo Stato nel 2017 indicherà le quote vincolanti di film, serie tv, documentari che Rai dovrà acquistare o fabbricare. Tutti prodotti che Palazzo Chigi vuole siano dialto livello e che, al contempo, a budget limitato. Secondo Repubblica, dunque, il tetto dei 240 mila euro che riguarderà star, registi, sceneggiatori mette a rischio le fiction su Leonardo, Raffaello, Machiavelli, già in cantiere con Lux Vide, chiuso un ciclo triennale dei Medici.
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In dettaglio: il tetto scatta nel caso in cui la Rai sia produttore insieme a una società privata (è controparte contrattuale di attori e sceneggiatori che firmano un contratto anche con la Rai), ma anche per quei prodotti - come 'Montalbano' della Palomar - che la televisione pubblica pre-acquista: questo comporta che la Rai eserciti il controllo editoriale prima di comprarla (vuole sapere i contenuti di una fiction). Ora - si legge sul quotidiano romano - al momento di firmare il contratto, "la Rai ha in mano il parere di una società di consulenza che indica il prezzo giusto per quell'opera. Dunque la tv di Stato "vede" quali siano i costi del prodotto. E può essere costretta a rispettare il vincolo dei 240 mila anche in caso di un semplice pre-acquisto. Il governo ha chiesto un parere urgente all'Avvocatura dello Stato sul caso. E si è dato tempo fino al 15 aprile per trovare una soluzione".
L'ipotesi in campo è quella di una circolare interpretativa del tetto alle retribuzioni 'salva artisti' basata sulla legge 244 di dicembre 2007. Articolo 3, comma 44. Come si legge sul sito web di Repubblica, questa norma interviene sul "trattamento economico" delle persone che lavorano per lo Stato, in particolare "per società a totale o a prevalente partecipazione pubblica". Già nel 2007, infatti, il Parlamento decise un massimale alle retribuzioni: nessuno poteva incassare dallo Stato un compenso superiore allo stipendio del magistrato dal grado più alto, "il primo presidente della Corte di Cassazione". Ed ecco il punto: la legge non si applicava a chi offriva una "prestazione artistica o professionale che consenta di competere sul mercato in condizioni di effettiva concorrenza". Questo specifico passaggio non è stato abrogato ed è tuttora in vigore e sembra fatto su misura per uscire dall'empasse.