A l Lido di Venezia è il giorno di Pedro Almodovar: il regista spagnolo riceve il Leone d'oro alla carriera, e per l'occasione si proietta il suo film più famoso, quel Donne sull'orlo di una crisi di nervi che, quando aveva 40 anni, lo lanciò internazionalmente proprio da Venezia.
Intanto, la presidente della giuria Lucrecia Martel, regista Argentina che ieri aveva difeso le quote rosa e attaccato il discusso cineasta Roman Polanski, in competizione con il suo J'accuse, ha dovuto correggere il tiro. "Ritengo che le mie parole siano state profondamente fraintese - si legge in una nota della regista - Poiché non separo l'opera dal suo autore e ho riconosciuto molta umanità nelle precedenti opere di Polanski, non sono in alcun modo contraria alla presenza del suo film in Concorso. Non ho alcun pregiudizio nei confronti del film e naturalmente lo guarderò allo stesso modo di tutti gli altri film del Concorso. Se avessi dei pregiudizi, mi dimetterei dal mio incarico di presidente della Giuria", conclude.
Non è un caso se una delle due donne registe sui 21 film in competizione alla 76/ma Mostra del cinema, sia Haifaa Al Mansour e venga da un Paese, l'Arabia saudita, considerato il simbolo della discriminazione di genere.
Durante la sua conferenza stampa al Lido il tema della condizione femminile ha tenuto banco e la regista non ha trattenuto le lacrime quando ha auspicato che sua figlia "possa vivere in un Paese cosi', in cui c'è posto per i diritti delle donne". Mansour è in concorso con il film The perfect candidate.
Prima proiezione e incontro con la stampa anche per Brad Pritt, astronauta Roy Mc Bride in cerca del padre (Tommy Lee Jones) "autoesiliato" su Nettuno da 30 anni nel film Ad Astra di James Bray, e Scarlett Johansson, protagonista con Adam Driver di Marriage Story del regista Noah Baumbach
Cosa ha detto Almodovar
Trentuno anni dopo la partecipazione alla Mostra del cinema con il famosissimo 'Donne sull'orlo di una crisi di nervi', il regista spagnolo torna in laguna per ricevere il leone d'oro alla carriera. E lo considera "un premio a quel film, un atto di giustizia anche politica".
Come ha ricordato in una conferenza stampa al palazzo del Casino del Lido di Venezia, "il presidente della Giuria del 1988, Sergio Leone, aveva detto che il mio film meritava di vincere" ma i tempi non erano maturi per un premio a un film così "alternativo".
Almodovar ha poi ricordato i suoi inizi come regista, in una Madrid "appena uscita da 40 anni di una dittatura tremenda". "Ho voluto raccontare il cambiamento, la vita, la libertà, anche sessuale, e le interminabili notti madrilene rappresentate da tanti orientamenti sessuali diversi. Non so se oggi la Spagna è diversa - ha aggiunto - certo, ora anche in Spagna c'è un partito di estrema destra come negli altri Paesi, ma non so se definire questo 'moderno' sia giusto".
Almodovar ha quindi spiegato la sua scelta sui colori dei film: "È stata una reazione all'essere cresciuto in una regione molto austera: nella Mancha, dove sono nato, tutte le donne erano vestite di nero perché c'era sempre un lutto da celebrare. Non ho mai visto il colore rosso in tutta la mia infanzia. Ma ho anche voluto celebrare i film in technicolor di quando ero giovane, con quei colori sgargianti che mi mancano nel cinema di oggi".