Moussa ha appena compiuto 21 anni, viene dalla Costa d'Avorio. Quando è arrivato in Italia cinque anni fa era ancora minorenne. Oggi parla italiano, frequenta l'istituto alberghiero di Trapani e da due anni lavora con Medici senza frontiere come mediatore culturale e linguista. Un percorso che ha capito di voler intraprendere appena arrivato a Lampedusa. Era il 2011, era solo in un Paese sconosciuto e non riusciva a capire una parola quello che accadeva intorno a lui. “Da quel giorno - ci ha detto - ho deciso che volevo aiutare gli altri”.
Moussa è scappato nel 2010 dalla guerra civile. Ha attraversato il Burkina Faso, il Niger l'Algeria fino alla Libia dove ha vissuto un anno. Ma nel 2011 la situazione precipita. "Tutti avevano armi in mano” racconta. Le frontiere erano chiuse: impossibile tornare indietro. Decide di attraversare il Mediterraneo per arrivare in Italia. Affronta il mare due volte: la prima volta l'imbarcazione di legno su cui viaggia dopo un giorno affonda a largo delle acque libiche. Moussa torna indietro a nuoto. Poi ritenta, nonostante il terrore del mare e la paura di affogare, e arriva a Lampedusa.
La sua storia fa parte del progetto #TUNONSAICHISONOIO di Agi e Next New Media, nato per raccontare le persone migranti, e le loro storie, oltre i numeri e la cronaca degli arrivi in Italia.