Mosca - Il comandante della forze dell Est della Libia, Khalifa Haftar, ha inviato un messaggio al presidente Vladimir Putin e al ministro della Difesa RUSSO Serghei Shoigu, in cui chiede ufficialmente di porre fine all'embargo e fornire armi e attrezzature militari alle forze libiche sotto il suo comando. Nel messaggio si chiede anche di "avviare un'operazione militare contro gli islamisti, come quella in corso in Siria". A rivelarlo oggi e' il quotidiano ufficiale Izvestia, che cita una fonte diplomatica russa, secondo la quale il messaggio e' stato consegnato alla parte russa, il 26 settembre scorso, dal rappresentante speciale di Haftar, Abdel Basset al-Badri (ambasciatore libico in Arabia Saudita) in visita a Mosca, dove ha incontrato il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, anche rappresentante speciale del Cremlino per il Medio Oriente e iPaesi africani.
Nei colloqui tra Bogdanov e Badri, che si e' fermato nella capitale russa un giorno, si e' discusso della revoca dell'embargo sulle armi alla Libia e l'inizio di forniture da parte della Russia. I libici "chiedono di inviare non solo armi di piccolo calibro, ma anche attrezzature, tra cui aerei. Hanno anche chiesto a Mosca di avviare un'operazione militare anti-islamista in Libia, simile a quella in corso in Siria", ha detto la fonte a Izvestia. Haftar stesso - che non ha mai riconosciuto il governo di unita' nazionale di Tripoli, guidato da Fayez Sarraj, e sostenuto dalla comunita' internazionale - era stato in visita in Russia lo scorso giugno.
Secondo il deputato Anvar Makhmutov, della Commissione Esteri della Duma, le forniture di armi alla Libia per la lotta ai terroristi hanno senso. "Se aiuteranno le forze costruttive, con le qualI si puo' condurre un dialogo adeguato per riportare l'ordine nel paese, allora io sono favorevole a tali forniture", ha detto il deputato, citato da Izvestia. Makhmutov ha sottolineato che "in Libia ci sono persone che hanno gia' collaborato con la Russia o che hanno studiato da noi" (Izvestia ricorda che Haftar negli anni '70 ha fatto addestramento militare in Urss e parla russo). "Vogliono che prendiamo parte alla stabilizzazione nel paese e, forse, senza di noi non riusciranno a farlo. - ha proseguito - Dopo gli eventi del 2011, la maggior parte dei libici non crede agli Usa e coloro che sono in contatto con Washington, molto probabilmente, non sono interessati a risolvere la crisi". "Il fatto che i libici abbiano stabilito contatti con la Russia dimostra la nostra autorita' in questo paese del Nord Africa", ha concluso il deputato. La fonte diplomatica di Izvestia ha spiegato che Mosca dovra' occuparsi della questione del controllo sulle forniture di armi, che - a suo dire - sara' risolta con il coinvolgimento di consiglieri militari russi con ampi poteri. (AGI)