Iran: apertura verso il Golfo Persico, Rohani in Oman e Kuwait

Iran: apertura verso il Golfo Persico, Rohani in Oman e Kuwait
 Iran presidente Hassan Rohani

Teheran, 14 feb. - Il presidente iraniano Hassan Rohani riallaccia i rapporti con i Paesi del Golfo. Da domani Rohani sara' in Oman e Kuwait e avra' due incontri separati e a porte chiuse, rispettivamente con il sultano dell'Oman, Qaboos bin Said al Said, e l'emiro del Kuwait, Sheikh Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah. La notizia e' uno sviluppo importante per la regione, dato che da almeno due anni a questa parte, soprattutto per via dei problemi con l'Arabia Saudita e il Bahrain, le relazioni tra Teheran ed i Paesi arabi del Golfo Persico erano entrate in una fase di gelo. Nella visita lampo di una sola giornata, a Muscat e Kuwait City, Rohani verra' accompagnato da un'alta delegazione diplomatica e discutera' "lo sviluppo delle relazioni bilaterali e gli ultimi sviluppi regionali", ha spiegato il responsabile per la stampa dello staff di Rohani, Parviz Esmaeili.

A sbloccare la situazione pare sia stata la visita a Teheran di gennaio del ministro degli Esteri kuwaitiano, sheikh Sabah al-Khalid al-Hamad al-Sabah, che aveva consegnato al presidente iraniano Hassan Rohani un "messaggio segreto" del suo emiro; un messaggio che secondo i media del Golfo Persico era un messaggio da parte di tutti i Paesi arabi della regione, circostanza comunque negata da Teheran. I Paesi arabi della regione sono riuniti in una organizzazione, il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), che ha tante questioni irrisolte con l'Iran.

A partire dalla guerra in Yemen: dal 26 marzo 2015 l'Arabia Saudita ha iniziato a bombardare la nazione araba a seguito della vittoria dei rivoluzionari Houthi di confessione sciita; oltre 10 mila i morti, spiega l'Onu, con una nazione sull'orlo della catastrofe umanitaria; l'Iran vuole la fine dei combattimenti ed il dialogo inter-yemenita, Riyadh chiede invece la resa degli Houthi. Poi la questione del Bahrain: nella nazione satellite di Riyadh, dal 2011 e' in corso, una rivolta, anche questa volta guidata dagli sciiti; l'Arabia Saudita accusa l'Iran di essere dietro alle sommosse, l'Iran ribatte che e' la monarchia del Bahrain che considerando cittadini di secondo grado gli sciiti e che con le repressioni (oltre 80 morti), le impiccagioni e le dure pene contro la gente, ha intensificato le tensioni. Poi il pellegrinaggio alla Mecca: dopo la calca del 2015 nella terra santa islamica, che causo' secondo le stime un minimo di 4 mila morti (7 mila secondo l'Iran), Teheran ha definito "incapaci di gestire il pellegrinaggio" i sauditi, innescando naturalmente l'ira di Riyadh. Sulla tematica del petrolio entrambi i Paesi sono grandi produttori di greggio e piu' volte sono entrati in collisione. La confessione religiosa e anche motivo di tensione: ognuno dei due Paesi e' rappresentante di una fazione opposta dell'Islam lo sciismo per l'Iran ed il sunnismo per l'Arabia Saudita. Lo stesso nome "Golfo Persico" e' stato motivo di scontro: Riyadh cerco' di cambiare il nome in Golfo Arabico suscitando l'indignazione generale tra gli iraniani.

Tra i paesi del Golfo sono comunque Oman e Kuwait quelli con cui Teheran ha i migliori rapporti.
L'Oman e' l'unico alleato dell'Iran tra i Paesi della sponda meridionale del Golfo Persico e' l'Oman, da cui sono partite segretamente anche le mediazioni e le trattative con gli Usa, che hanno portato poi alla firma dell'accordo nucleare nel periodo dell'amministrazione Obama. Iran ed Oman controllano l'importante stretto di Hormuz attraverso il quale passa il 60% del petrolio mondiale. Per quanto riguarda il Kuwait: il piccolo Stato ha rapporti moderati e generalmente buoni con Teheran, anche se alle volte incontra problemi con la propria comunita' sciita e accusa, come il Bahrain, l'Iran. Il Kuwait ha pero' ribadito, da sempre, la riconoscenza a Teheran per l'aiuto dato durante l'invasione delle truppe di Saddam, agli inizi degli anni '90.