Beirut - E' opera di un'azienda italiana - la CMC di Ravenna - il piu' grande progetto di gallerie e tubazioni in corso in Libano: il 20 novembre 2015 ha preso infatti il via il Greater Beirut Water Supply Project, un enorme lavoro infrastrutturale per il trasporto di acqua dal costo di 200 milioni di dollari, finanziato dalla Banca Mondiale e appaltato all'impresa romagnola direttamente dal CDR (Council for Development and Reconstruction). Si tratta di un'opera di fondamentale importanza per il miglioramento delle infrastrutture idriche del Libano, da cui trarranno beneficio quasi due milioni di persone (quasi la meta' della popolazione del Paese dei Cedri, ndr), e circa 21 municipalita'.
Il progetto, che dovrebbe concludersi nel 2019 e che impiega circa 260 persone (di cui 15 italiani), permettera' di derivare parte dell'acqua (solo il 6% delle acque di superficie del fiume Awali, contro una media dell'85% per gli altri progetti dello stesso tipo in Medioriente) che attualmente alimenta una centrale idroelettrica nel sud del Libano (che oggi scarica nel fiume Awali) e di trasportarla, attraverso la costruzione di gallerie con scavo meccanizzato TBM e di una pipeline, fino al centro di Beirut, dove verra' stoccata in un serbatoio di accumulo per essere successivamente distribuita attraverso altre opere, che saranno oggetto di un successivo bando. Gli scavi sono partiti in localita' Joun, una decina di km a est della citta' di Sidone, e procederanno verso nord seguendo il flusso dell'acqua: e' prevista la realizzazione di tre gallerie rivestite di cemento, per un totale di circa 23 km, e di una pipeline di circa 10 km. Nel dettaglio, dopo il primo tratto di galleria, nei dintorni di Ourdaniyeh, verra' costruito un depuratore (che non e' parte del progetto), superato il quale la restante parte di condotta sara' attraversata da acqua potabile fino al centro della capitale libanese (in zona Hadat e Hazmieh). All'altezza del fiume Dammour e' prevista la costruzione (gia' iniziata) di un sifone che consentira' all'acqua di scendere di circa 150 metri (passando sotto al corso d'acqua), per poi risalire di altri 136 metri e innestarsi - nei dintorni di Khalde - nell'ultimo tratto, una pipeline che attraversera' la vecchia strada che collega Beirut a Sidone e giungera' fino ai serbatoi di Hadat.
I numeri del progetto sono importanti: e' previsto che su base 24 ore sara' possibile trasportare verso Beirut circa 777.600 metri cubi di acqua potabile. Per farsi un'idea, e' come se due superpetroliere cariche d'acqua scaricassero ogni giorno nella capitale, o come se arrivassero quotidianamente circa 70.000 camion carichi d'acqua. Per realizzare l'opera la Cmc di Ravenna e' giunta sul posto a giugno 2015, circa 5 mesi prima del ricevimento dell'order to commence, per mobilitare il personale costituito da italiani, locali e internazionali (soprattutto cinesi, ndr). Il progetto consentira' al Libano di proseguire sulla strada della modernizzazione e di pianificare una piu' adeguata gestione delle risorse idriche esistenti, innalzando il tenore di vita dei suoi abitanti.
Il nuovo governo guidato dal premier Saad Hariri - figlio dell'ex primo ministro Rafiq, assassinato nel 2015, e capo del principale partito del paese, il movimento Futuro - ha ritiene prioritario il miglioramento delle infrastrutture libanesi, annunciando quattro giorni fa un piano triennale (2017-2020) per far fronte alle loro carenze, chiedendo ai partner internazionali un sostegno di circa 2,8 miliardi di dollari.