Qabr al Abd (Iraq) - Deportati "come pecore" per essere usati come scudi umani. E' la testimonianza dei civili riusciti a sfuggire ai miliziani dell'Isis che li avevano prelevati dai loro villaggi e portati a Mosul, la roccaforte jihadista assediata dalle forze irachene, esponendoli ai bombardamenti dei caccia e dell'artiglieria pesante delle forze irachene. E che hanno raccontato l'inferno in cui vivono altre persone più sfortunate di loro che si trovano ancora in ostaggio del gruppo jihadista in alcuni quartieri della città non ancora liberati.
Bashar è riuscito miracolosamente a scappare attirando l'attenzione delle forze di sicurezza irachene, che hanno inviato una imbarcazione a bordo della quale, insieme alla famiglia, è riuscito a mettersi in saldo, sbarcando dall'altro lato del Tigri. "Giuro che stavamo per morire di freddo. Abbiamo visto le forze di sicurezza e abbiamo iniziato a urlare per attirare la loro attenzione". La famiglia si è lasciata alle spalle, ha assicurato Bashar, una situazione di crescente disperazione per i civili ancora intrappolati. "Si spara ovunque, la gente dorme nelle strade, è stremata, è sotto il fuoco incrociato", ha raccontato. "Mosul è piena di civili senza un alloggio, senza cibo, che attendono solamente il loro destino", ha aggiunto.