Pechino - Un "forte squilibrio" nell'accesso al mercato cinese e nell'apertura agli investimenti stranieri sono i fattori che pesano maggiormente per le imprese europee presenti in Cina. Alla presentazione del Position Paper 2016 della Camera di Commercio dell'Unione Europea in Cina (Euccc), il documento piu' importante redatto dall'associazione che rapprsenta le imprese europee presenti nel gigante asiatico, il presidente, Jorge Wuttke, ha sottolineato che "le riforme si sono arenate" in Cina e che "il piano China Manifacturing 2025" per l'ammodernamento del settore manifatturiero cinese, "dovrebbe essere guidato da forze di mercato e non dal governo" di Pechino.
Il "forte squilibrio" citato da Wuttke e' il sintomo di una "mancanza di reciprocita'" tra Cina e Unione Europea sia nell'accesso ai rispettivi mercati, che nel campo degli investimenti. "Abbiamo bisogno di un meccanismo per affrontare questo sbilanciato accesso al mercato". Nel tredicesimo piano quinquennale, varato quest'anno "non e' chiaro il fatto che le riforme siano una priorita'", ha proseguito, e ci sono "contraddizioni" nel piano di riforma delle imprese di Stato, che il governo cinese vuole riformare. Gli investimenti nell'Unione Europea da parte delle imprese di Stato cinesi contano per circa il 70% del totale degli investimenti cinesi nei 27 Paesi membri, ha sottolineato, e potrebbero raddoppiare, per volume, entro il 2020. Tra i maggiori investimenti cinesi nell'Ue cita i casi delle acquisizioni di Pirelli da parte del gigante della chimica di Pechino, ChemChina, del gruppo di robotica tedesco Kuka da parte di Midea e il caso di successo dell'acquisizione della svedese Volvo da parte di Geely, che ha salvato migliaia di posti di lavoro. Tra gli investimenti in infrastrutture, Wuttke ha poi ricordato quelli nel porto del Pireo in Grecia e nella rete elettrica portoghese.
"La possibilita' di concludere simili accordi per noi, qui, e' praticamente inesistente", spiega. "Mentre l'Europa accoglie gli investimenti stranieri, questa mancanza di reciprocita' e' insostenibile e puo' portare al protezionismo e a una crescente tensione". Wuttke auspica che il tema della reciprocita' nel campo degli investimenti sia tra i punti di discussione al prossimo G20 di Hangzhou, nella Cina orientale, il prossimo 4 e 5 settembre. In conclusione, Wuttke ha poi accennato al tema del riconoscimento dello status di economia di mercato per Pechino da parte dell'Unione Europea, che la Cina si attende come automatico entro la fine dell'anno, e che su cui l'Ue nutre ancora molti dubbi legati soprattutto alla sovrapproduzione cinese di acciaio. "L'Europa deve prendere una decisione in linea con il Wto", ha concluso Wuttke. "La Cina e' un grande Paese, con un grande potenziale, ma e' molto chiuso". (AGI)