(AGI) - Washington, 11 giu. - Il Fondo monetario internazionale ha di nuovo messo in guardia contro i rischi derivanti dall'impennata del debito delle imprese cinesi, principale 'punto debole' della seconda economia mondiale. A lanciare l'allarme il numero due del fmi, David Lipton, nel corso di un intervento a Shenzhen (Cina sud-orientale). "Con il rapido aumento del credito nel 2015 e l'inizio del 2016 - ha detto - il problema e' in crescita. Questo e' il principale anello debole dell'economia cinese. E' importante che la Cina regisca e intervenga al piu' presto", ha aggiunto. La tesi sostenuta dall'esponente del Fondo monetario internazionale, e' che il rallentamento della crescita cinese e la riduzione dei profitti, hanno fatto salire il debito delle aziende cinesi a livello "molto elevato", che rappresenta il 145% del prodotto interno lordo. La capacita' delle aziende cinesi di rimborsare i propri debiti e di pagare i fornitori e' quindi "compromessa" e la quantita' dei crediti inesigibili detenuti dalle banche e' salito, sostiene Lipton. La situazione e' particolarmente preoccupante per le aziende controllate dallo Stato, che rappresentano il 55% del debito delle imprese cinesi, ma pesano solo per il 22% dell'attivita' economica. Secondo Lipton, molte di queste aziende pubbliche sono gia' "tenute in vita artificialmente". In aprile, il Fmi aveva gia' lanciato un avvertimento, affermando che il declino dello stato di salute delle aziende cinesi potrebbe tradursi in perdite pari al 7% del pil per le banche del paese. (AGI)
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