(AGI) - Roma, 31 mag. - Il dispiegamento di truppe straniere in Libia al momento non aiuterebbe gli sforzi del presidente Fayez Serraj per stabilizzare il Paese. All'Europa, la Libia ha chiesto fin dall'inizio assistenza tecnica, finora pero' ha sentito promesse ma non ha visto fatti. Lo ha affermato l'ambasciatore libico a Roma, Ahmed Elmabrouk Safar, in un incontro alla stampa estera. "La Libia - ha ricordato - ha chiesto fin dall'inizio all'Europa di fare di piu', il presidente Serraj ha presentato le sue richieste direttamente all'Ue su una serie di questioni, inclusa assistenza tecnica per ricostruire le istituzioni, ma anche in tema di sicurezza, controllo frontiere, guardia costiera".
"A voce e' stato risposto positivamente, l'Europa praticamente con una voce sola si e' schierata a sostegno dell'esecutivo di transizione, ma dobbiamo ancora vedere azioni materializzarsi". Ben diversa la posizione dell'Italia, ha riconosciuto Safar, ricordando come Roma abbia dato prova di "iniziative molto incoraggianti e importanti, finora e' stato l'unico paese europeo" che si e' impegnato in aiuti umanitari e per l'assistenza alle vittime, "lavorando con le autorita' libiche". "I progressi visti sul terreno in Libia non sono stati accompagnati dalle promesse fatte dall'Europa e dalla comunita' internazionale", ha aggiunto, sottolineanto che "l'Europa e' importante, e l'aspettativa e' che mostri una leadership in prima linea".
Per un intervento diretto di truppe straniere in Libia pero' "non e' ancora il momento", ha affermato Safar, citando le fratture ancora esistenti all'interno del Paese e una serie di questioni aperte, come il ruolo di Khalifa Haftar. "Invitare militari internazionali e forze delle marine militari nelle nostre acque potrebbe essere visto come un importante passo che potrebbe tagliare il flusso dei migranti ma non aiuterebbe Serraj in questo momento, nei suoi sforzi di costruire una Libia indipendente e sovrana", "non aiuterebbe la stabilizzazione del Paese". Il consiglio presidenziale libico, ha proseguito l'ambasciatore, "sta lavorando duramente" ma e' un percorso che va "costruito gradualmente". (AGI)