Addis Abeba - Il tour africano del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, sta dando i primi frutti: lo Stato ebraico ha infatti guadagnato il sostegno di peso dell'Etiopia nel suo tentativo di ottenere lo status di osservatore in seno all'Unione africana. L'appoggio di Addis Abeba e' cruciale per Israele anche in vista del mandato appena ottenuto dal Paese africano come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per il bienno 2017-2018. "Israele sta lavorando duramente in molti Paesi africani, non c'e' ragione di negargli la posizione di osservatore", ha sostenuto il premier etiope, Hailemariam Desalegn, dopo aver incontrato Netanyahu, nella sua ultima tappa del tour nell'Africa subsahariana, che lo ha portato prima in Uganda, Kenya e Ruanda.
Una posizione, quella desiderata, che Israele aveva presso l'Organizzazione dell'unita' africana, predecessore dell'Ua, che alla sua fondazione nel 2002 non confermo' lo status a Gerusalemme. Tra gli osservatori attuali dell'Ua figura invece dal 2013 l'Autorita' nazionale palestinese (Anp) che lo ha usato per partecipare ai summit, lanciare messaggi alla comunita' internazionale e chiedere sostegno diplomatico nella disputa contro Israele.
"L'Africa e' per noi uno impegno strategico principale, tutti i paesi del continente possono beneficiare dalla rinnovata cooperazione con Israele", ha sottolineato da parte sua Netanyahu, mettendo l'accento sulle "opportunita'" del continente. "Non piu'" guardare solo ai problemi, "noi vediamo chiaramente il potenziale dell'Etiopia e dell'Africa". Le differenze - ha aggiunto il premier etiope - possono essere superate "con il coinvolgimento, non con l'isolamento: Israele ha bisogno di venire in Africa e noi abbiamo bisogno di impegnarci con Israele". (AGI)