Roma - Un Fondo per l'Africa che in realtà non aiuta l'Africa. Le Ong sono preoccupate sul destino dei 200 milioni istituiti dal governo italiano nella legge di Bilancio per il 2017. Soldi che in principio erano destinati alla cooperazione internazionale ma che in pratica rischiano di servire solo a contenere i flussi migratori dal continente africano.
Il Fondo Straordinario che domani sarà presentato dal ministro del Maeci Angelino Alfano "nasce male - sottolinea all'AGI Paolo Dieci, presidente di Link 2007, una delle piattaforme delle ong italiane - perchè destinandolo alla Direzione Generale per gli italiani all'estero e alle politiche migratorie, si rischia che venga utilizzato solo in un'ottica di contenimento dei flussi". La preoccupazione di Link 2007 è che l'Italia si presenterà al prossimo Consiglio europeo della Valletta con un finanziamento per i blocchi navali e per la formazione della polizia di frontiera. "Operazioni legittime - precisa Nino Sergi, policy advisor di Link 2007 al bookazine Vita - ma inopportune se portate avanti da un ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale".
L'Italia, riprende Dieci, "dovrebbe mettere in campo un'azione più incisiva nell'affrontare i flussi migratori, andando alla radice del problema e non solo con una politica di contenimento. Occorre creare le condizioni affinchè nessuno abbia la necessità di fuggire dal proprio Paese. Non si può contenere un cittadino che fugge dalle guerre".Bisogna "andare alla radice, creare le condizioni affinchè la gente non fugga" attraverso "accordi di partenariato di lungo periodo" che prevedano interventi strutturali. E il presidente di Link 2007 porta l'esempio del Fondo fiduciario per l'Africa e il Mediterraneo dell'Unione Europea. Non solo: lo stesso Link 2007 nei giorni scorsi presentò una proposta per affrontare il problema dell'immigrazione e dell'asilo. Una proposta per una "strategia politica governativa complessiva, non limitata quindi alla dimensione securitaria e di ordine pubblico".
In sostanza quindi il Fondo per l'Africa di 200 milioni "deve essere uno strumento di Aiuto per lo Sviluppo". E l'intento è manifestato anche da tutte le Ong aderenti ad Aol, Cini e Link 2007 che in un comunicato congiunto auspicano che il decreto rispetti la finalità assegnata dalla Legge al Fondo. Che si traduca "in termini di programmi di cooperazione internazionale per lo sviluppo, per contribuire ad affrontare le cause che determinano i fenomeni migratori attuali: violenza, violazione di diritti, fame, povertà, conflitti, conseguenze dei cambiamenti climatici e dello sfruttamento delle risorse ambientali, prime fra tutte la terra e l'acqua. Il soggetto di coordinamento dell'implementazione del Fondo per l'Africa - si legge nella nota - deve essere la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Maeci (anche in raccordo con altre DG interessate e con il Ministero dell'Interno); la gestione dei programmi da finanziare deve vedere la titolarità dell'Agenzia Italiana della Cooperazione allo Sviluppo (AICS)". Per un aiuto reale dell'Africa.