Roma - Inaugurata in Etiopia la diga più alta di tutta l'Africa, che produrrà energia elettrica per 1.870 megawatt, raddoppiando la capacità energetica del paese. "Gibe III", questo il nome dello sbarramento sul fiume Omo, che attraversa il paese dell'Africa orientale da nord a sud, è localizzata a circa 350 chilometri a sud-ovest della capitale Addis Abeba e raggiunge un'altezza di 243 metri. Il completamento della diga, che ha avuto numerosi ritardi, è costato 1,5 miliardi di euro finanziati per il 40% dallo Stato etiopico e per la parte restante dalla banca cinese China Exim Bank.
Il partito di Desalegn, il Fronte democratico rivoluzionario del popolo etiope, ha ottenuto nelle elezioni del 2015 il 100% dei seggi in Parlamento, lasciando fuori le opposizioni e, soprattutto, quella degli Oromo, l'etnia che rappresenta circa un terzo dei 95 milioni di etiopi, suddivisi in un'ottantina di diversi gruppi etnici. Gli Oromo hanno dato vita a numerose proteste, con manifestazioni che hanno provocato circa 500 morti, secondo le ong umanitarie, e più di 11 mila arresti, oltre alla clamorosa protesta con le mani incrociate sulla testa dell'atleta Feyisa Lilesa, medaglia d'argento nella maratona alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
Ma proprio la stabilità politica garantita da Desalegn ha determinato il boom di investimenti, a cominciare da quelli cinesi, passati da 78 milioni di dollari nel 2008 ai 2,5 milardi di dollari attesi per quest'anno. Progetti industriali e grandi infrastrutture sono gli obiettivi portati avanti dal governo e dopo Gibe III si pensa già al completamento del progetto della diga della "Grande Rinascita", costruita sul Nilo Azzurro, che dovrà raggiungere l'enorme capacita di 6 mila megawatt e che ha già creato tensioni sia con il Sudan sia con l'Egitto. Questi mega progetti hanno inoltre un forte impatto socio-ambientale e se Human Rights Watch accusa il governo di aver deportato centinaia di migliaia di persone per fare spazio ai bacini e alle vicine distese di campi, controllati da varie multinazionali, per la coltivazione di canna da zucchero e cotone, gli ambientalisti - nel caso di Gibe III quelli keniani - hanno denunciato l'impoverimento del corso d'acqua del fiume Omo in tutto il suo tratto meridionale, che sfocia in Kenya nel grande lago Turkana, un tempo conosciuto come lago Rodolfo, indicato dall'Unesco quale patrimonio dell'umanita'.
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