(AGI) - Palermo, 19 lug. - "Credo che oggi Borsellino rimarrebbe molto perplesso perche' Paolo era consapevole che lotta alla mafia non si combatteva soltanto con la repressione ma occorreva ricostruire la credibilita' dello Stato". Cosi' il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, intervenendo all'iniziativa promossa dall'Anm e dalla Commissione parlamentare Antimafia nel 24esimo anniversario della strage di via d'Amelio. "Borsellino - ha aggiunto - era pienamente consapevole che la credibilita' dello Stato della Prima Repubblica era compromessa. Dopo le stragi del '92 e del '93 abbiamo pensato che quella stagione fosse finita, e l'antimafia ha fatto una grande promessa che fosse possibile legare legalita' e sviluppo. Io credo che oggi quella scommessa e' stata tradita e perduta perche' i dati Istat ci dicono che la Sicilia oggi e' la regione piu' povera d'Italia e con il piu' alto tasso di diseguaglianza sociale d'Europa, una polveriera sociale. Ci sono masse di questuanti -ha proseguito- che non avendo risposte da parte dello Stato, fanno la fila davanti ai capimafia locali per ottenere favori. Credo che questo chiami in causa alcune responsabilita' della politica, come la cancellazione del Mezzogiorno dall'agenda nazionale e laddove lo Stato si ritira viene fuori il potere dei piccoli poteri locali". (AGI)
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