(AGI) - Palermo, 10 lug. - Quando il governatore siciliano Rosario Crocetta annuncio' a sorpresa la data delle Regionali - nel corso di una conferenza stampa, convocata il 7 aprile su altro - il candidato presidente del Movimento Cinque stelle incoronato ieri sera da Beppe Grillo a Palermo, sbotto': "Data perfetta, 5 novembre come 5 Stelle... il giorno indicato mi ricorda un film 'V come vendetta'", disse Giancarlo Cancelleri, che sottolineo': "Si votera' dopo la commemorazione dei morti... prima ci sono i morti, poi la rinascita con noi...". Giovanni Carlo Cancelleri, detto Giancarlo, da Caltanissetta, 42 anni, geometra, appare un predestinato, pronto a sfidare il forte astensionismo e il Pd in difficolta'. Eletto deputato nelle circoscrizioni elettorali di Caltanissetta, Catania e Palermo, gia' candidato presidente cinque anni fa, a capo del Movimento che sperimentava la sua forza per la prima volta al di qua dello Stretto, ottenne un sostanzioso 18,2% e 368.000 preferenze: piu' dello stesso M5S che ebbe il 14,9% (285.202 consensi) e 15 seggi (prima formazione nel 2012 all'Ars); dietro solo a Rosario Crocetta - con cui peraltro condivide l'origine nissena - che con la sua 'Rivoluzione e' gia' iniziata' si attesto' su un non irresistibile 30,5%. La Sicilia, reduce dalle disastrose esperienze dei Cuffaro e dei Lombardo, con le loro derive giudiziarie, apriva generosamente le porte alle truppe grilline.
Ora rieccolo Cancelleri con un bagaglio di esperienze significativo, i tagli alle indennita' che fecero subito scalpore e servirono a finanziare il microcredito alle imprese e persino una strada: una regia trazzera trasformata per alcuni mesi nell'unica 'via di fuga' praticabile in un pezzo di Sicilia reso inaccessibile dai cedimenti di arterie cruciali. Adesso guarda alla paralisi nel Pd, "imbrigliato da Crocetta" e ripete: "Non vi deluderemo. Andremo al governo e cambieremo tutto". Spiega di sentire il peso e la "consapevolezza" della "grande responsabilita' e dell'impegno che deriveranno dal vincere queste elezioni e andare a governare. Sapendo che da qui, come hanno detto ieri i vertici del movimento, passa il destino pentastellato proiettato sulle Politiche: "Credo che ci possa essere anche una nuova stagione del movimento. Si e' sempre detto che la Sicilia e' laboratorio politico d'Italia e magari lo sara' anche per il M5S". Aggiunge Cancelleri: "Non mi sento un uomo solo al comando. La Sicilia non ne ha bisogno, sento accanto a me una comunita'".
Leader riconosciuto sin da subito, primo portavoce all'Assemblea regionale siciliana, dopo la crisi sul caso delle 'firme false' ha preso ancora di piu' su di se' il peso del movimento siciliano, Cancelleri ha pilotato il dopo Riccardo Nuti a Palermo e assunto le scelte piu' pesanti ovunque. Le ultime amministrative, e' vero, non hanno premiato il M5S. Ma si dice sicuro che c'e' "una comunita' di siciliani che vuole riprendersi questa terra. Servono 5 milioni di cittadini che alzino la testa e' pensino che questa non e' piu' la regione della mafia e del malaffare, ma degli uomini di buona volonta'". Cosi', la designazione da parte degli iscritti del suo movimento, "e' l'inizio di un cammino che ci deve portare al 5 novembre con la consapevolezza che questa terra deve e puo' cambiare". Ribadisce che al primo punto del programma, "piu' che simbolico", "c'e' il "taglio agli stipendi della politica, ai privilegi, alle indennita': prima di chiedere i sacrifici ai siciliani, li chiediamo a chi in questi anni non ha mai rinunciato a nulla. Poi infrastrutture, piccole e medie imprese, lavoro e sanita'".
Il Movimento cinque stelle parte in vantaggio, con un centrodestra e un centrosinistra ancora in affannosa e inconcludente ricerca di un candidato. Il Pd, a esempio: "E' stato imbrigliato da Crocetta - chiosa Cancelleri - con grande intelligenza: ha fatto un passo indietro quando Grasso era in ballo, sapendo benissimo che probabilmente non avrebbe accettato e ora e' tornato con ancora piu' forza e motivazione. Oggi il Partito democratico ha due scelte: o sfiducia subito Crocetta, oppure se gli fa finire questa legislatura vuol dire che se ne accolla il peso in tutto e lo deve portare come candidato presidente".
Intanto il candidato M5S alza l'asticella della sfida in una regione dove una recente ricerca quotava l'astensionismo al 55%, fotografando un'Isola della sfiducia: "La maggioranza assoluta la vogliamo e sappiamo che si ottiene chiedendo ai cittadini di crederci, andando a votare per il movimento invece che astenersi". Con un pizzico di realismo: "Se poi non ci riusciremo e non avremo una maggioranza solida, guarderemo a chi viene eletto all'Ars, magari ci saranno movimenti civici con cui creare percorsi di cambiamento comuni. Non siamo mai stati chiusi alla collaborazione sul programma: noi mettiamo sul piatto i nostri dieci punti e li portiamo avanti. Se c'e' qualcuno di buona volonta', allora avremo davanti corridoi liberi per camminare assieme ad altri". Ma niente alleanze, come sancito anche ieri sera dai maggiorenti 5 Stelle: "Sia chiaro a tutti - taglia corto il candidato governatore - che noi non spartiamo poltrone, al limite idee. Avanti tutta, dunque. Cambieremo questa Sicilia". (AGI)
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