(AGI) - Pescara, 30 ago. - "Alla luce dell'ultimo tragico evento sismico "la domanda da porsi e': come salvare le vite e la storia che e' anche il nostro futuro?. Ebbene, la via da percorrere subito e' la demolizione dei ruderi privi di valore artistico ed architettonico: bisogna avere la determinazione lungimirante di demolire tutto il patrimonio vecchio ed anonimo perche' questo puo' costituire solo un pericolo e non un valore. Aspettare un disastro e' colpevole". E' netta la presa di posizione del presidente dell'Ance di Pescara Marco Sciarra per il quale "E' evidente dal livello del dibattito che il Governo una soluzione non la ha e che, soprattutto, non la sta cercando. I funerali di Stato non riparano. Le visite istituzionali sui luoghi dei disastri non prevengono. Ad oggi - prosegue il rappresentante dei costruttori - sappiamo una cosa sola: l'Abruzzo interno, come tutta l'Italia Appenninica, rischia di scomparire trascinando con se' chi ci abita. Abbiamo capito che l'adeguamento sismico di tutto il patrimonio e' impossibile, per ragioni economiche ma anche per l'obiettiva impossibilita' di eseguire gli interventi, e il Governo ormai ce lo dice chiaramente e ripetutamente". Il presidente di Ance Pescara ricorda, poi, che "Esistono gia', in parte, alcune norme per procedere alla riqualificazione urbanistica: il rifacimento integrale delle aree degradate, o anche di singoli edifici che sono ormai una parte importante dell'abitato attuale, passa attraverso la demo-ricostruzione ed e' questo strumento che qui va incentivato e spinto a tutti i livelli. Dunque, applichiamo e recepiamo subito le regole del caso, rendendole il piu' possibile snelle, ciascuno per la propria Citta'/Comune, invece di tenere fermi nei cassetti i tanti progetti esistenti. Qualcuno - prosegue Sciarra - potrebbe dire che al Comune di Pescara la parola 'snelle' e' sconosciuta. Allora proponiamo al sindaco di smentire subito e spingere insieme a noi sui vari tavoli per accelerare un iter parlamentare finalizzato a modificare la legge urbanistica in vigore, in base alla quale oggi chi demolisce e non ricostruisce immediatamente perde il diritto edificatorio: questo obbliga di fatto i proprietari a mantenere in piedi fabbricati fatiscenti e pericolosi, aumenta il degrado e diminuisce la sicurezza sociale, culla la criminalita'". Quindi l'affondo: "In sostanza, oggi demolire e' quasi impossibile: e' autorizzato solo il terremoto. Il dubbio legittimo - osserva il presidente Ance - e' che si voglia buttare addosso ai cittadini, ai costruttori, agli impiegati comunali che rilasciano le autorizzazioni, la croce della responsabilita' dei disastri e della mancanza di cultura di prevenzione. Un atteggiamento manipolativo, dello scarica barile, che non salvera' la vita e neanche il patrimonio. Torna nuovamente tutto sui tavoli della magistratura, si chiude cosi' e avanti la prossima tragedia. Invece il dibattito va aperto e deve essere sulle soluzioni: giammai - ammonisce Sciarra - dobbiamo consentire che la questione sia aggirata e anche a mezzo inchieste per disastro colposo. Abbiamo invece il dovere di programmare piuttosto che affidarci alla roulette russa dei terremoti e dei disastri: l'innovazione tecnologica raggiunta e l'alto profilo degli intellettuali e professionisti sono la chiave verso una soluzione che va scoperta. Cominciamo subito a studiarla. Da sempre - rileva infine il rappresentante dei costruttori di Pescara - aspettiamo un piano di investimenti pubblici per prevenire i rischi derivanti da calamita' naturali e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati: gli strumenti per tutte le tipologie sono la leva fiscale e l'estensione del bonus del 65% e oltre". (AGI)
Ett