“No alla scorciatoie con il Pd”. La via maestra? “L’unica via sono le elezioni”. E “il processo al traditore Salvini non serve”. È quel che pensa Vincenzo Scotti, a lungo ministro democristiano, da anni animatore e numero uno della Link Campus University, indicato come un laboratorio culturale grillino, e dalla quale proviene più di un esponente del MoVimento approdato sui banchi del governo e lui stesso considerato anche come un influente “suggeritore” del leader, Luigi Di Maio, detto in un’intervista a La Nazione di Firenze nella sua edizione di carta.
Secondo Scotti, “mostrando di non capire la lezione del fallimento del governo, in queste ore sta crescendo la pietra fisolofale per rinviare le elezioni” ma “questa illusione – aggiunge – rinvia non a una particolare Repubblica, ma a tutte le Repubbliche quando con un giochetto si pensa di poter superare una incapacità politica vera nel fronteggiare le gravi sfide economiche, sociali e politiche che si sono accumulate”.
E allora la soluzione qual è? “Bisogna governare senza rinviare e spiegare ai cittadini quello che il Paese deve fare per uscire dal guado” dice l’ex ministro e autorevole esponente ex Dc. E quel che non si deve fare sono gli “accordicchi” e “solo una maggioranza coesa è la garanzia che mette al riparo da giochetti che nascondono solo piccole ambizioni di rivincita”. Secondo Scotti si deve tornare “al monito di Macchiavelli” secondo il qual “bisogna guardare alle Repubbliche che esistono e non a quelle che non sono mai esistite e mai esisteranno”.
Invece di espedienti per guadagnare un po’ di tempo, qualche giorno o al massimo qualche settimana o mese “per ritardare lo scontro” quel che andrebbe fatto ad avviso di Scotti è “avere una visione concreta su cosa fare per uscire da una spirale di declino di un Paese che ha energie e risorse da utilizzare per la crescita”. Quindi niente pausa, “intaccare il tabù di Ferragosto” e “non costringere il Paese a dover fare i conti con il calendario del clima e delle pause feriali”, per altro solo “per i cittadini più fortunati”.
"Il processo a Salvini poi non serve, tanto più Ai 5Stelle e tantomeno serve a salvare l’immagine del presidente Conte”. Casomai quel che serve è che alla Lega che ha interrotto l’esperienza del governo gialloverde, ora “tocca la primaria responsabilità di dire con chiarezza come vorrà affrontare il negoziato con la Commissione Ue” perché è chiaro a tutti che i mercati finanziari avranno voce in capitolo e “influiranno molto di più di quanto si pensi sul risultato elettorale”. Dunque? Dunque spetta a Salvini la prima mossa. Cominciando, per esempio, “con il ‘governare’ la fase turbolenta dei mercati che ci finanziano anche durante la fase della campagna elettorale”.
Insomma, “non ci sono scorciatoie per procrastinare l’agonia della legislatura” secondo l’ex Dc Scotti, per il quale “non basta avere un leader o una coalizione per essere un’alternativa credibile e coerente”. E non si sa se questo giudizio è rivolto alla Lega e a tutto il centrodestra o al Pd e a quel che c’è alla sua sinistra. Infine un richiamo a De Gasperi, che in un momento di passaggio difficile, dai caratteri simili a quelli che stiamo attraversando, disse che “si sarebbe dovuto promettere meno di quello che si sarebbe stati in grado di mantenere dopo le elezioni”. Così come “di evitare di dichiarare di fare una cosa per poi farne un’altra”.