"Con l'Ue inizia la linea dura su tutto". Cosa ha detto Di Maio a Sky Tg 24

"Non facciamo politica sulla pelle dei migranti". Marcare le distanze da Salvini (che "deve restare al suo posto") ma, allo stesso tempo, confermare la compattezza dell'alleanza di governo è l'obiettivo del vicepremier. Dall'Ilva alle elezioni europee, ecco i punti salienti dell'intervista

"Con l'Ue inizia la linea dura su tutto". Cosa ha detto Di Maio a Sky Tg 24
 (Agf)
 Luigi Di Maio

Marcare la distanza, o quantomeno le differenze, dalla linea di Matteo Salvini​ sull'immigrazione ma mantenere allo stesso tempo l'immagine di un governo compatto, seppure tra Lega e M5s, almeno sul tema migratorio, inizi a manifestarsi qualche frattura. Questo il difficile compito del quale il vicepremier Luigi Di Maio ha dovuto farsi carico in un'intervista a Sky Tg 24, dove il tema principale - oltre alla vicenda della nave Diciotti​ - è stato il duro confronto di più ampio respiro che si aprirà nei prossimi mesi con l'Europa, dopo le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che "al momento" sostiene di non poter aderire al bilancio di previsione con una Ue che si è mostrata poco solidale. Parole con le quali, promette di Maio, inizia la linea dura dell'Italia. Su tutto.

"Se la Ue ci aiuta, potremmo ravvederci"

"Nella programmazione europea - ha spiegato il ministro - l'Italia ha diritto di porre il veto perché ha il diritto di essere ascoltata. Se il loro sistema di solidarietà funziona così, non daremo più un euro all'Unione europea". Se l'Unione europea ci desse dei segnali di aiuto" non solo sui migranti, ma "anche sulla lotta alla povertà e alla disoccupazione, con il reddito di cittadinanza, con la possibilità di eliminare la legge Fornero, noi potremmo ravvederci", ha detto ancora Di Maio. "Invece - ha proseguito - il loro atteggiamento è veramente inspiegabile. Ci avevano chiesto il dialogo sul Ceta, noi avevamo detto 'va bene'. E adesso loro ci trattano cosi'".

"Il modello 'no way' non fa parte del programma"

"Il modello 'no way' australiano non è nel contratto di governo, è legittimo che sia un obiettivo di Salvini, ma come politiche di governo siamo per fermare le partenze, che è un altro concetto". E ha argomentato: "Dobbiamo continuare ad investire in fondi per la cooperazione e lo sviluppo ma si devono rivedere alcune politiche come Paesi Ue, all'Africa più che dare di più dobbiamo togliere di meno. L'Unione europea doveva farsi carico anche di questo".

"Sulla Diciotti il governo è stato unanime"

"L'unico motivo per cui non abbiamo fatto subito sbarcare i migranti dalla Diciotti è perché cercavamo Paesi che ci aiutassero nella redistribuzione. Un meccanismo che richiede del tempo. Il Governo ha lavorato compatto. La decisione è stata di tutto il governo". "I migranti della Diciotti accolti dalla Cei non graveranno sulla spesa dei cittadini italiani", ha poi spiegato, "se la Cei si prende in carico la gestione significa che non graveranno sulla spesa dei cittadini italiani per il sistema di accoglienza".

"Non facciamo politica sulla pelle dei migranti"

"Noi non facciamo politica sulla pelle dei migranti. Quando arriverà un'altra nave, come sempre li aiuteremo, ma altri Paesi dovranno darci una mano". E questa è una decisa differenza rispetto a quanto dichiarato ieri da Salvini, secondo il quale "la prossima nave verrà rimandata indietro". Il ministro ha quindi aggiunto che la nave Diciotti "viene descritta come un lager, ma il vero lager è il Cara di Mineo che prima chiude e meglio è". Per Di Maio i migranti "rispetto alla posizione iniziale gioveranno di un sistema di accoglienza di qualità maggiore". 

"Il nostro primo obiettivo come Guardia Costiera - ha spiegato - è stato quello di andare a prendere in acque maltesi quei disperati. Perché Malta prima aveva detto 'coordiniamo noi l'operazione ma ci serve un'imbarcazione' e poi ha chiuso le comunicazioni. Questi sono scherzetti di Paesi dell'Unione europea. Quindi li abbiamo portati in un nostro porto e attraccati alla banchina, gli abbiamo dato tutta l'assistenza possibile e poi li abbiamo fatti sbarcare e mandati in Paesi con sistemi di accoglienza migliori del nostro".

"Le prossime elezioni europee saranno un terremoto"

I burocrati europei prendano coscienza che hanno le ore contate, alle prossime elezioni europee saranno spazzati via. Saranno ancora più un terremoto delle elezioni italiane del 4 marzo. Adesso inizia un autunno caldissimo tra reddito di cittadinanza, superamento della Fornero, flat tax, legge anticorruzione, pensioni d'oro. Sarà un autunno caldissimo e chiedo ai cittadini di starci vicino, vista la guerra che già ci stanno facendo i poteri forti".

"Corsa contro in tempo per annullare la gara sull'Ilva"

La gara per la cessione dell'Ilva "è un atto illegittimo per eccesso di potere e questo vuol dire che l'offerta ambientale e quella occupazionale avrebbero potuto essere migliori. Ora è una corsa contro il tempo che porterò avanti fino alla fine per capire se la gara può essere annullata. In Italia c'è l'assurdità che anche se l'atto è illegittimo non si può annullare ma ci deve anche essere un interesse generale e concreto da dimostrate, cosa che stiamo cercando di fare con il ministero dell'Ambiente. Ma per me il tavolo sindacale deve andare avanti e io ci sarò".

"Su Salvini e Alfano nessuna doppia morale" 

"Alfano si doveva dimettere perché era Angelino Alfano, quello a Salvini è un atto dovuto e noi gli atti dovuti, come l'indagine a carico di Salvini, li abbiamo avuti per alcuni sindaci, Nogarin, Appendino, Raggi e questo vale anche per il ministro dell'Interno. Non è che stiamo cambiando linea, se durante le indagini vengono fuori cose sconcertanti allora non aspettiamo il primo grado di giudizio e si devono dimettere". Ma, aggiunge, "in questo caso la decisione di non far sbarcare i migranti dalla Diciotti è stata di tutto il governo anche se c'e' un atto dovuto. E su questo chiedo rispetto per la magistratura. Non riportiamo alla guerra tra governo e magistratura".

E tornando al 'caso Alfano': "Riguardava una questione delicata circa prefetti siciliani e appalti, qui stiamo parlando di una decisione politica, è un atto dovuto perché il Viminale ha in capo quelle decisioni. In questi giorni noi non stavamo in giro a chiedere appalti. Tutto quello che è stato fatto è stato fatto nell'interesse nazionale. Questo principio fa il paio con il principio del governo del cambiamento che sta cominciando a mettere in mostra tutte le ipocrisie dell'Europa".



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