“Ho votato Virginia Raggi. Non ho virato io, chi sta virando da un’altra parte è il Pd". Così spiegò l’icona della sinistra, tendenza spettacolo, Sabrina Ferilli, figlia di Giuliano, storico segretario della sezione Pci e poi Ds di Fiano Romano, cugina dell’attuale sindaco Pd del paese Ottorino Ferilli, cresciuta insomma all’ombra della bandiera rossa, quando nel 2016 contribuì clamorosamente a far mettere la fascia da sindaca di Roma alla candidata grillina.
Alle primarie del Pd, la protagonista della virata è stata invece proprio l’attrice, che a Roma si è presentata al gazebo di piazza del Popolo, quello presidiato dallo scrutatore doc Carlo Calenda. La Ferilli non ha rivelato chi tra il neosegretario Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti abbia premiato con il suo voto, ma il suo ritorno ufficiale al Pd, dopo la scelta della Raggi e la dichiarazione della sua preferenza per Liberi e Uguali alla vigilia delle politiche 2018 (“Il suo leader Pietro Grasso mi piace, è una persona perbene, competente”), è una notizia che fa forse più clamore di quella, recentissima, relativa allo stalker che l’ha perseguitata per cinque anni.
Cosa ha spinto adesso Ferilli, sposata con il supermanager Flavio Catteneo a votare per le primarie, fatalmente nello stesso gazebo dove è andata anche Linda Giuva, moglie di Massimo D’Alema, da lei ritenuto “un grande politico, che non mi ha mai delusa”, come disse sul cofondatore di Leu sempre alla vigilia del voto delle politiche? Da una parte al gazebo l’ha probabilmente portata la spinta a voltare pagina dopo il periodo renziano, con l’ex segretario salvato dall’attrice giusto per la sua legge sulle unioni civili, ma ampiamente e aspramente criticato sui giornali e in tv.
Sabrina Ferilli (Agf)
Famosa un’intervista a Giovanni Floris, quando l’attrice, ospite di DiMartedì su La7, subito dopo il voto alle amministrative spiegò il suo voto per la Raggi attaccandolo così: “Renzi è andato al governo e attua esattamente il programma di Berlusconi. Ha abolito diversi elementi del nostro patrimonio, come i comizi, la grande passione sui palchi, i dibattiti, preferendo la Leopolda e gli incontri in luoghi chic, come i piccoli teatri. Nel frattempo, il M5s che avrà pure regole che viaggiano su Internet, sta in piazza tutti i giorni sei volte al giorno. Ed è rivoluzionario”.
Ad Antonello Caporale che su Il Fatto quotidiano le chiedeva conto del suo primo tradimento al Pd, lo spiegò ancora meglio: “È la prima volta che disobbedisco agli ordini di scuderia. E proprio adesso che al governo c’è il centrosinistra, perché non mi va giù questa forma di meticciato politico, questo partito della Nazione che raccoglie l’alto, il basso, il rosso, il nero, il buono, il cattivo”.
Dopo le politiche alla vigilia delle quali aveva chiarito che lei non avrebbe contribuito a mandare al governo Di Maio & Co. (“Il mio voto non glielo darò, anche se i Cinquestelle sono stati un antidoto alla vecchia politica, hanno dato battaglia e, come cani San Bernardo, hanno riportato dentro il gregge, contenendo la politica e mettendola sotto osservazione”) la romanista doc ha però iniziato a perdere certezze pure verso la politica locale dei grillini, verso “la brava ragazza per bene e seria che le aveva dato fiducia”.
Scelta dal settimanale Panorama come testimonial, nel settembre scorso della tappa del tour Panorama d’Italia, Ferilli fu mandata in Campidoglio ad intervistare la Raggi e non le risparmiò domande critiche sulla gestione dei rifiuti, delle buche, dei bus, del verde, premettendo di averla votata per affidare il cambiamento a “a una persona che secondo me poteva farcela”. Ma dopo due anni di mandato, chiarì Ferilli “ il problema dell’immondizia sostanzialmente non è stato risolto, ormai è diventato cronico, per me i rifiuti sono un tutt’uno con Roma”.
In quel faccia a faccia Ferilli- Raggi a un certo punto venne evocato anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, neosegretario del Pd. “E i cinghiali che invadono le strade di Roma riuscirete a trasformarli in salsicce o ce li teniamo alla stato brado?”, incalzo la Ferilli. E Raggi scaricò il problema sul collega: “Come fauna selvatica, i cinghiali sono di competenza della Regione”. “Però arrivano da noi” fece notare l’attrice. E chissà se ieri ha votato proprio per il cacciatore di cinghiali.