(AGI) - Roma, 22 lug. - Finira', magari, che un ruolo nonsecondario nel consentire di portare a termine il voto sulleriforme prima della pausa estiva lo giochera' 'il canguro'.Ovviamente non si tratta di un marsupiale in carne e ossa madel principio regolamentare che al Senato permette di aggregareemendamenti omogenei tra loro, e di abbattere cosi'significativamente il numero di votazioni. Una questione ditecnica parlamentare ma centrale quanto agli obiettivipolitici, visto che con oltre 7800 proposte di modifica piovutesu palazzo Madama risulta davvero arduo ipotizzare altrimentiil rispetto della tabella di marcia rivendicata da MatteoRenzi. Una riflessione per ora ancora 'accademica' visto che, aquanto si apprende, ad ora la presidenza del Senato non prevedealcuna convocazione della Conferenza dei capigruppo per ridurrei tempi del lavoro in Aula. Ne' sono state ricevute richiestein tal senso da parte di maggioranza e governo. Vero e' pero',sempre a quanto si apprende, che in queste ora governo emeaggioranza starebbero lavorando a un 'appeasement' con laLega, passaggio fondamentale per rinsaldare un asse che,insieme a quelli di Pd e FI, metterebbe almeno sui numeri insicurezza la tenuta del lavoro in vista. Dunque, appare quasiinevitabile che oggi si torni a ragionare sui meccanismi checonsentano di sforbiciare sensibilmente i tempi.
Forza Italianon ha nulla in contrario a che si assumano decisioni chemirino ad "accelerare il dibattito" in Aula sulle riforme, e ilcapogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani, si dice favorevoleall'ipotesi che "il presidente del Senato e i capigruppotrovino un'intesa che potrebbe formalizzare dei meccanismi peraccelerare il dibattito". Spiragli anche dal Pd, con AnnaFinocchiaro che riconosce come "su alcune questioni oggetto diapprofondimento potrebbe anche essere possibile trovare unpunto di incontro tra le forze politiche e questo potrebbeportare a una piu' fisiologica discussione sul testo e a unpiu' fisiologico svolgimento delle votazioni in Aula"."Qualcuno parla di svolta autoritaria: questa e'un'allucinazione e come tutte le allucinazioni non puo' esseresmentita con la forza della ragione". Sta a Maria Elena Boschimettere in chiaro le cose e, nella replica in aula al Senato aconclusione del dibattito, il ministro per le Riformescandisce, tra rumorose proteste nell'emiciclo, che "parlare disvolta illiberale e' una bugia e le bugie in politica nonservono". "E' stato un privilegio - spiega - partecipare alladiscussione generale in questi giorni. E' un percorso difficilema affascinante quello che stiamo facendo insieme. Il governoha legato in modo indissolubile il proprio cammino al percorsodelle riforme", una sottolineatura importante che la Boschilega a una precisazione altrettanto 'pesante', alla luce dellamole di emendamenti che gravano sull'iter del pacchetto alSenato: "Ci potra' essere un tentativo di rallentare questocambiamento, un ostruzionismo che ci puo' portare a lavorareuna settimana di piu' e a sacrificare un po' di ferie, ma noimanterremo la promessa di cambiare il paese". Si dicesoddisfatta, la Boschi, per il fatto che il testo sia"ampiamente condiviso" e che "abbia una maggioranza piu' ampiadi quella del governo e' un valore aggiunto". Inoltre,sottolinea che si tratta di un "testo depurato dallo scontroideologico".
Quindi, ammonisce: "Vorremmo affrontare ladiscussione nel merito, non sulla simpatia o antipatia di chilo ha proposto. Non abbiamo paura delle idee. Come dicevaPratolini: 'Non ha paura delle idee chi ne ha'". "Tutto e'migliorabile, sempre, ma noi sappiamo che su questa riformac'e' un consenso ampio anche dal mondo accademico. La riformanon e' un'approssimazione casuale, ma poggia su spalle solide",rivendica. I relatori. "Ho letto che per il ministro Boschi iltempo della trattativa e' chiuso e ci sono rimasto male...Perche' io sono convinto che buona parte del percorso e' statofatto in commissione ma ancora una buona parte ci resta da farenell'esame dell'aula", dice Roberto Calderoli quando e' il suoturno di intervenire in aula al Senato. "Abbiamo riportato suibinari - aggiunge - un treno che andava per conto suo".
Da AnnaFinocchiaro arrivano parole destinate a pesare, considerato lospazio che i frondisti hanno nel suo partito, come in quellodell'altro grande contraente, FI. "Invito i colleghi, fermorestando che quest'aula e' sovrana - avverte la capogruppo Pdal Senato - a riflettere sui toni che imprimiamo al nostrodibattito perche' rischiamo di perdere per strada la puliziadell'opera alla quale siamo chiamati, il rigore del disegnocostituzionale. Le parole, se utilizzate con violenza,rischiano di diventare inutili. Le parole 'regime', 'derivaautoritaria', 'violenza sulla Costituzione' se pronunciate inquest'aula sono macigni. Questa conclusione e' arrivata dopo trentaore di discussione generale in Aula e anni di dibattito sulleriforme costituzionali. Dire che il lavoro e' segnato dafretta, approssimazione e accelerazione non e' aderente allarealta' dei fatti".