(AGI) - Melfi (Potenza), 28 mag. - I critici dei talk show el'assemblea della Confindustria da una parte, Matteo Renzi eSergio Marchionne dall'altra, a Melfi. Due mondi distanti, nonsolo geograficamente, che appartengono a due distinti modelli'politici' che divergono, a partire dalle relazioni industrialie sindacali. Il presidente del Consiglio e l'amministratoredelegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, hannoribadito, ove ce ne fosse stato bisogno, la convergenza diintenti e di obiettivi: far tornare a crescere l'Italia connuovi strumenti, togliendo le 'croste' al Paese. Oltre al colore, come l'arrivo di Renzi assieme a JohnElkann (presidente Fca), sulla Jeep Renegade guidata da SergioMarchionne, l'evento di Melfi ha fornito spunti interessanti, enon solo per le cronache. La risultante e' che Marchionne eRenzi vogliono archiviare il 'vecchio' e' l'acquisito',attraverso massicce dosi di innovazione, marcando la differenzacon tutto quello che rappresenta il passato. Agli oppositori del nuovo corso, quelli che hanno un postoda abbonato in televisione, Matteo Renzi ha mandato a dire: "Illavoro non si crea nei talk show, ma in posti come questo. Ciprenderemo tutte le critiche del mondo ma andremo avanti,perche' siamo con chi crede nell'Italia e per far si' che illavoro finalmente torni ad essere un diritto. Oggi - ha dettoRenzi - ho visto il lavoro di uomini e donne che producono autovendute in tutto il mondo. Noi siamo con quanti vogliono chel'industria automobilistica italiana sia la migliore del mondo.Noi rispettiamo anche quegli italiani pronti a litigare sututto. Lo dico io che vengo da una citta' con guelfi eghibellini ma dobbiamo far ripartire il Paese, con iniziativecome Melfi". Nello stabilimento lucano, Marchionne ha annunciato che,entro la fine dell'anno, ci saranno circa 2.000 nuovi posti dilavoro: 8.000 complessivi contro i 5.900 del 2014, circa 15.000con l'indotto. "Per loro - ha sottolineato ancora Renzi -grazie al jobs act, ci saranno contratti sempre piu solidi estabili". Alla felicita' di Renzi per il lavoro creato a Melfie' seguito poi, l'apprezzamento di Marchionne per quantoprodotto da palazzo Chigi in tema di riforme: "E' la ricettagiusta per uscire dalla crisi. Stiamo sbloccando un sistema -ha detto l'ad di Fca - ingessato da anni. Gli sbagli li fannotutti ma l'importante e' andare avanti". Stessa sintonia sultema 'sensibile' della rappresentanza sindacale unica.Marchionne ha parlato riferendosi al suo settore, quello auto:"Negli Usa e in Germania le aziende hanno un solointerlocutore. E non mi pare che negli Stati Uniti non ci siademocrazia. Chi parla di regimi totalitari sbaglia alla grande.E' auspicabile avere un solo interlocutore invece di otto. Nelnostro caso funzionerebbe bene, ma posso pensare che questomodello non sia valido per tutti". Non a caso, il tema dellerelazioni sindacali e' stato tra i motivi della fuoriuscita diFiat dalla Confindustria. Decisione presa tre anni fa di cuiMarchionne non si sente affatto pentito. Confindustria non mimanca", ha sottolineato ai giornalisti. "Apprezzo il presidente Squinzi - ha rimarcato ancoraMarchionne - come industriale, ma non possiamo basarel'appartenenza alla confederazione sull'amicizia con ilpresidente". E il modello gestionale di Sergio Marchionne aMelfi, sta producendo i risultati promessi. Nel 2015, la sedeproduttiva lucana assemblera' circa 400mila vetture, tra JeepRenegade, Fiat 500 X e Grande Punto. Meglio e' stato fatto solonel 1997 con 407 mila unita' prodotte. Questo grazie alla nuovaorganizzazione a quattro squadre e a venti turni di lavoro asettimana, oltre alla estrema flessibilita' delle linee, dovee' possibile modulare modelli e quantita'. (AGI).