Popolari: si' della Camera al dl, ora e' la volta del Senato
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Popolari: si' della Camera al dl, ora e' la volta del Senato

Popolari: si' della Camera al dl, ora e' la volta del Senato

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(AGI) - Roma, 12 mar. - Disco verde in Aula alla Camera al dlbanche, che coinvolge la governance delle Popolari, che passaora al Senato. I si' sono stati 290 si', i no 149 e 7 gliastenuti. "La riforma delle banche popolari e' incostituzionale,discriminatoria, superficiale e crea danni incalcolabili: ilgoverno svende per decreto oltre 150 anni di storia economicadel paese e sottrae ai territori la ricchezza che hannogenerato, gettando in pasto ai grandi interessi speculativiistituti solidi, che hanno garantito il credito in tempi dicrisi". Il deputato Filippo Busin ha annunciato cosi' il votocontrario del Carroccio al decreto banche, lanciando l'allarme:"Sono almeno 20mila i posti di lavoro a rischio, come stimatoda Assopopolari". Busin ha stigmatizzato anche la scelta di"procedere per decreto nonostante ci fossero i tempi per uniter legislativo ordinario", il "limite discriminatorio ealeatorio" degli 8 miliardi, oltre il quale scatta l'obbligo,per le banche popolari, della trasformazione in spa e lacancellazione del voto capitario, "assolutamenteingiustificata, visto che "in Europa le prime ottanta banchecon questa governance hanno un attivo medio superiore ai150miliardi di euro". "Questa pseudoriforma e' un favore aigrandi gruppi speculativi che consegnera' nelle mani di pochi,probabilmente stranieri, le ricchezze e i risparmi dellepopolazioni operose e risparmiatrici che vivono nelle riccheterre padane, l'ennesima svendita di un patrimonio non soloeconomico ma soprattutto culturale". E' Raffaele Fitto a rilevare cosi' che "quanto al metodo,restano enormi dubbi sulla costituzionalita' del decreto, esotto piu' di un profilo". "Nel merito, spiace che il governoabbia detto no a ogni proposta migliorativa, anche a quelle dichi, come noi, non si e' arroccato a difesa dello status quo,ma ha solo cercato di tenere conto della specificita' dellebanche popolari, con proposte, le nostre, volte a conciliareuna giusta iniezione di mercato e di competizione conun'altrettanto giusta attenzione a banche che hanno saputoessere piu' di altre vicine ai territori, alle famiglie e alleimprese". "La scelta azzardata del governo - avverte l'eurodeputatoFI - rischia dunque di lasciare una lunga scia di ricorsidestinati a finire sul tavolo della Corte Costituzionale". .
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