"Non c'è motivo di perdere tempo sulle autonomie regionali", dice Fontana
- Attilio Fontana
È indispettito il governatore lombardo Attilio Fontana dall’esordio del governo, che ha impugnato la legge regionale sugli immigrati per palesi fattori “discriminatori”. E non tanto per la legge in sé, quanto per i risvolti, le conseguenze dirette e le speranze circa la legge per l’autonomia regionale.
Dal governo si aspetta di capire da che parte sta: “Il movimento 5 Stelle ha ftato molta resistenza nella precedente compagine” dice in un’intervista a La Stampa di Torino. Mentre il Pd gli sembra “un po’ in mezzo al guado”. Perciò non gli resta che aspettare di capire e avere “dal ministro Boccia una risposta definitiva, che ci dica dove vuole andare”. “Tra le tante che ho sentito oggi – aggiunge – qualcuna induce perfino a un cauto ottimismo: non vuole che ci sia una contrapposizione Nord-Sud, cosa che ho sempre sostenuto e che nel rispetto della Costituzione, si porti a casa la riforma”. Quindi, osserva Fontana, “visto che il referendum ha indicato una riforma che agisce nel pieno rispetto della Costituzione, mi sembra che siamo sulla stessa linea e non vedo cosa si debba aspettare ancora”. Insomma, gli sembra che se non proprio tergiversando, si stia quantomeno perdendo tempo.
E invece all’edizione cartacea de Il Sole 24 Ore che gli pone alcune domande, Fontana ironizza sul fatto di stare “ancora aspettando che il presidente Conte onori il suo impegno...”, considerato che già a febbraio il premier – allora a capo del governo gialloverde – aveva assicurato già a febbraio che in tempi “brevi, brevissimi” sarebbe arrivato il via libera all’Autonomia chiesta dalla sua Regione assieme a Veneto ed Emilia Romagna. Ma come poi è andata si sa: le intese sono ancora in giacenza al ministero degli Affari regionali che da ieri ha un nuovo titolare, il dem Francesco Boccia, chiamato a sostituire la collega di partito Erika Stefani. Il quale ha già inviato un segnale preciso, dicendo che “l’autonomia si farà” di certo, ma ha poi sottolineato con una certa enfasi ed evidenza “nel rispetto rigoroso della Costituzione”. Però si attende se non un invito a Palazzo Chigi, quantomeno “che ci dicessero siamo pronti a confrontarci. Io non ho alcun tipo di riserve mi aspetto altrettanto da parte del Governo” dichiara al Sole.
Ma è su La Stampa che il governatore Fontana si lascia andare a qualche ragionamento in più, osservando che “Zingaretti nelle settimane scorse si è detto contrario alle autonomie” mentre – osserva Fontana – “a libello regionale il Pd ha appoggiato l’autonomia e due giorni fa, alla festa dell’Unità cui ho partecipato, i responsabili del partito a Milano hanno ribadito questa linea”. Come a dire: ma qual è la linea giusta? E osservando che se è vero che nel nuovo governo ci sono in maggioranza ministri del Sud, come “ha notato anche un sindaco come Beppe Sala, ma non ne faccio una questione di appartenenza territoriale, perché sono molto laico”, Fontana avvisa che “Mortificare le aspirazioni delle regioni del Nord vorrebbe dire bloccare lo sviluppo di tutto il Paese”.
Questo governo è destinato a durare, chiede a freddo il quotidiano torinese? “Direi di sì” è la risposta del governatore lombardo, “gli interessi sottesi e l’importanza degli sponsor che stanno dietro questa nuova alleanza mi fanno temere che questo governo andrà avanti a lungo”. Tanto più che “l’impegno che ci ha messo l’Europa per farlo nascere è stato notevole. Non credo che permetteranno che tutto vada all’aria”. Poi Fontana si chiede: “Avrei voluto vedere se fosse successa la stessa cosa a parti inverse, quanto avrebbe gridato la sinistra denunciando queste intromissioni”. “Poi a primavera ci sono le nomine per poltrone importanti…” chiosa il presidente lombardo, “e quelli del Pd, così esperti in questo campo, non se le lasceranno certo sfuggire”.