Non è una conferenza da cui aspettarsi soluzioni miracolistiche, ha anticipato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rivolgendosi ai capi delle 36 delegazioni presenti a villa Igiea a Palermo - nel corso della cena di lavoro - ma è convinto che "segnali estremamente positivi" ci siano stati e che "dei risultati" siano stati già raggiunti.
Haftar c'è, ma non partecipa
Chi sosteneva che fosse un 'mezzo miracolo' la presenza del maresciallo Khalifa Haftar, è rimasto deluso dalla repentina marcia indietro dell'uomo forte della Cirenaica. Lunedì, alle 20.30, in abiti civili, cappotto marrone e sciarpa, è arrivato a villa Igiea ed è stato accolto calorosamente dal premier: stretta di mano, pacca sulla spalla e un lungo colloquio faccia a faccia, nell'ultima parte anche con l'aiuto dell'interprete. Poi, dopo poche ore, la doccia gelata: "non parteciperà ai lavori della Conferenza". Lo ha reso noto l'ufficio stampa del comando dell'Esercito nazionale libico con una nota su Facebook.
"Il comando smentisce le notizie circolate sui media locali e internazionali riguardo la partecipazione del maresciallo Khalifa Haftar ai lavori della Conferenza per la Libia che si tiene a Palermo", si legge. "Il maresciallo - si precisa - è arrivato in Italia lunedì sera per avere una serie di incontri che partiranno martedì con i capi di Stato e i leader della regione per discutere gli ultimi sviluppi regionali e globali". Il post è accompagnato da due foto del colloquio bilaterale di Haftar con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Conte prudente: "non aspettiamoci miracoli"
Haftar non aveva partecipato alla cena di lavoro e ha preferito un colloquio bilaterale con il capo del Governo, dopo il dessert. "Il tuo contributo è importante per la Conferenza", gli ha confidato il capo di governo stringendogli la mano. Il percorso verso la stabilità della Libia - ha ribadito Conte parlando agli invitati - "è complesso e non prevede scorciatoie o soluzioni miracolistiche". "Dobbiamo essere consapevoli che dopo questo evento - ha spiegato - rimarranno da superare molti ostacoli. Tuttavia, ritengo che la vostra partecipazione - ha proseguito rivolgendosi ai partecipanti - rappresenti di per sé un segnale estremamente positivo e incoraggiante di attenzione e unità d'intenti".
La Conferenza di Palermo è "una tappa di un percorso più ampio che non è iniziato certo oggi e che non finirà domani", ha aggiunto Conte auspicando che "il capitale politico che poniamo oggi sul tavolo possa tradursi in azioni concrete domani". Una tappa che rischia di rimanere incagliata sulla presenza/assenza di Haftar, nonostante a Palermo siano arrivate le delegazioni da trenta Paesi e i rappresentanti di sei organizzazioni internazionali.
Quelli che ci sono e partecipano
Tra loro, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi che mancava in Italia da diversi anni, e il premier russo Dimitri Medvedev. Così come non è mancato la presenza dell'Ue, con l'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo.
I lavori propedeutici alla plenaria di domani sono stati avviati con due tavoli tecnici sui temi più caldi del fronte libico: riforme economiche e sicurezza. Senza però mai tralasciare l'aspetto politico dell'iniziativa, sottolineato da buona parte dei partecipanti. Il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, ha sintetizzato a Conte nel corso del bilaterale: "Questa conferenza arriva al momento giusto e dà una spinta nella giusta direzione". Un riconoscimento simile a quello arrivato dal presidente del Governo di accordo nazionale di Tripoli, Fayez al Serraj, a cui il premier ha chiesto "ora dei passi avanti".