"Dovrei subentrare a Matteo Salvini a Straburgo a partire dal 23 marzo. Si tratta di un incarico di poco più di un anno perché tale è la distanza che ci separa dalle elezioni europee. Il mio modello è Matteo, con cui sono sempre stato in buoni rapporti anche prima della sua nomina a segretario federale". Intervistato al telefono dall'Agi, l'ex sindaco di Adro, Oscar Lancini parla dell'esperienza che lo attende nelle prossime settimane. Da Adro, Comune di poco più di 7.000 abitanti del Bresciano, al Parlamento europeo il passo è lungo: Lancini dovrebbe subentrare al segretario leghista primo dei non eletti nella circoscrizione Nord Ovest dopo il ligure Francesco Bruzzone, anche lui eletto a Palazzo Madama, come Salvini.
Noto alle cronache nazionali per il complesso scolastico tappezzato dei simboli leghisti del 'Sole delle Alpi', nel 2010, Lancini racconta che "è stato lo stesso Salvini a decidere di candidarmi alle europee nel 2014".
Com'è andata?
"Ero stato candidato alle politiche due volte, alla Camera e al Senato ed ero risultato il primo dei non eletti in entrambi i casi. Ora ho una grossa responsabilità perché eredito anche le commissioni europee di cui Salvini faceva parte, ovvero il Commercio internazionale e l'Ambiente: sarà un impegno particolarmente importante".
A quale modello si ispira?
"A Salvini: è riuscito a convertire il movimento, spingendolo in una direzione che ha portato grossi risultati soprattutto in termini di consenso"
Che cosa porterà con sé a Strasburgo della 'vecchia' Lega, quella del 'Sole della Alpi'?
"Quella fu un'operazione creata ad hoc per la stampa. Diciamo che, per una volta, vi usammo un po'. Chi avrebbe mai considerato l'inaugurazione di un polo scolastico senza quella trovata? Seicento 'Sole delle Alpi' in un complesso di oltre 6.000 metri quadrati. E dirò di più: non sono stati cancellati tutti, qualcuno è rimasto".
Arrestato nel novembre 2013 con l'accusa di falso e turbata libertà degli incanti relativamente alla vicenda di alcuni appalti comunali, Lancini incassò subito la solidarietà di Salvini che manifesto' in manette davanti all'abitazione dove il primo cittadino leghista si trovava ai domiciliari. Ora quel processo si dovrà rifare dopo che la condanna di primo grado è stata di recente annullata perché i giudici avevano letto il dispositivo senza prima riunirsi in camera di consiglio.