Jobs Act, il giorno della verita' Sindacati divisi, nessun accordo
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Jobs Act, il giorno della verita' Sindacati divisi, nessun accordo

Jobs Act, il giorno della verita' Sindacati divisi, nessun accordo

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(AGI) - Roma, 29 set. - "Complimenti a Bonaccini per lavittoria alle primarie in Emilia Romagna. Adesso tutti uniti alsuo fianco, andiamo avanti per vincere le elezioni e confermareil centrosinistra al governo della regione". Parole cheintendono trasmettere un'idea di forza e unita', quelle usatedai vicesegretari Pd, Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini,dopo l'esito delle primarie per decidere chi sostituira' VascoErrani alla presidenza della Regione. Parole che giungono,comunque, all'indomani di un tornata contrassegnata da unainaspettata diserzione delle urne da parte della base delpartito. Difficilmente un segno rassicurante, in un momento incui i democratici devono affrontare un nodo delicato come lariforma del mercato del lavoro. L'appuntamento e' tra poche ore, il luogo la sala cheospitera' la direzione del Pd. Alle 17 saranno circa in 200,nella sede del Nazareno, a confrontarsi. Dall'esito delladiscussione si capira' molto del futuro immediato del governo,e non solo. Nessun accordo, intanto, tra i sindacati dopo un lungovertice unitario. Di conseguenza nessuna manifestazioneunitaria, almeno per ora. "E' stata una discussione utile einteressante che proseguira'", ha spiegato il segretariogenerale della Cgil, Susanna Camusso. "Se cercate una notiziadi divisione - ha detto ai giornalisti - questa non c'e'. C'e'un lavoro che stiamo facendo insieme". La Cgil, dunque,prosegue sola nella manifestazione del 25 ottobre. "Stiamo discutendo per arrivare a una posizione comune sucome creare lavoro in Italia e sul Jobs act", ha spiegatoinvece il segretario generale della Uil Luigi Angeletti."Dobbiamo arrivare a una posizione comune. Dal governo sonoarrivate una marea di dichiarazioni molto cangianti. Nonconosco come sara' la nuova legge, per questo e' importante cheil governo dica che intenzioni ha per modificare le regole dellavoro", ha concluso. Quanto al Pd siamo alla pretattica prima dell'uscita daglispogliatoi. I Giovani Turchi, corrente non renziana ma nemmenopregiudizialmente ostile al premier, fanno sapere che primadell'inizio si vedranno, per conto loro, per decidere il dafare. Matteo Orfini, presidente dell'assemblea del Pd e giovaneturco anziano, via twitter non esclude un si' alle proposte diRenzi, ma non lo da' per nulla per scontato. Nelle sue parole:"Servono robuste correzioni. Su alcune correzioni sono arrivaterisposte positive, su altre no". Forse tra queste ultime va annoverata anche la presa diposizione di Giuliano Poletti, ministro competente sullariforma. Sul tema del reintegro "il presidente del Consiglio e'stato molto chiaro", taglia corto. Come a dire cheammorbidimenti non ci saranno. Come ne uscira' la Ditta? Ancora presto per dirlo. Nelfrattempo, prudentemente, Giorgio Napolitano riceve Renzi alQuirinale, per un colloquio non breve. Secondo quanto e' dato sapere, il premier ha riferito sullasua partecipazione e sull'andamento dell'Assemblea generaledell'Onu. Ma il colloquio ha riguardato anche gli sviluppiprossimi dell'attivita' parlamentare, si fa sapere ancora. Ilche vuol dire molte cose.(AGI).
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